Introduzione

Affermatosi definitivamente verso la fine del XVIII secolo, il pianoforte fu da allora lo strumento più diffuso presso gli appassionati, veicolo di trascrizioni di musica di ogni genere, ed ebbe una funzione fondamentale per molti dei maggiori compositori del XIX secolo: da Ludwig van Beethoven a Franz Peter Schubert, da Robert Schumann a Johannes Brahms, da Fryderyk Chopin a Franz Liszt. Accanto alle grandi forme del concerto per pianoforte e orchestra, si sviluppò anche la forma del breve pezzo pianistico, che toccò in Schumann vette di straordinaria genialità, e del "pezzo caratteristico" (Mendelssohn, lo stesso Schumann e molti minori).

Un altro aspetto rilevante del pianismo ottocentesco fu l'affermazione del virtuosismo: dopo Johann Nepomuk Hummel, Ries, Johann Baptist Cramer e Carl Czerny, che si ricollegarono a Beethoven e al pianismo brillante di Carl Maria von Weber, esercitò in Germania un'enorme influenza Liszt, tra i cui allievi furono Hans Guido von Bülow e D'Albert. Spiccano gli universi pianistici, diversissimi, di due eccelsi compositori ed esecutori essi stessi: il primo, Chopin, capace di reinterpretare originalmente strutture formali tradizionali, forme di danza e generi dell'intrattenimento, in una creativa ricerca linguistica compiutamente "romantica"; il secondo, Liszt, autore di enorme virtuosismo e profonda capacità visionaria, non alieno da barocchismi di raffinato manierismo.