Lo stile concertante

Affermatosi nei secoli XVI-XVII, e poi appieno nel XVIII, lo stile concertante fu inizialmente riconosciuto nell'uso di gruppi corali e strumentali contrapposti, secondo una prassi inaugurata con particolare fortuna da Andrea e Giovanni Gabrieli. Tuttavia, in quello stesso periodo il termine ebbe molteplici significati e partecipò della genericità della parola concerto e della sua evoluzione: poté quindi alludere all'unione di voci e strumenti, o anche a gruppi strumentali, in cui emergessero in forma embrionale uno o più "solisti". L'apogeo dello stile concertante si ebbe con le composizioni strumentali del XVIII secolo, in cui uno o più strumenti svolgono una funzione preminente, senza però assurgere al ruolo di protagonista che ha il solista nel concerto.

L'eredità del Cinquecento

Lo stile concertante fu detto anche stile moderno, in opposizione allo stile antico individuato nel precedente stile rinascimentale. L'antico e il nuovo stile non si susseguirono però in un avvicendamento simultaneo: per tutta la prima metà del Seicento, lo stile antico persistette nella musica religiosa e in taluni aspetti della musica strumentale; analogamente e inversamente lo stile moderno era stato prefigurato già verso la fine del Cinquecento, in modo esemplare nei madrigali di Monteverdi. Le forme musicali derivanti dal Rinascimento erano la canzone, il ricercare, il capriccio, la fantasia, i pezzi che ricorrono a un cantus firmus, le opere dalla struttura libera come la toccata. Queste forme, che si riallacciano al Rinascimento quando addirittura non al Medioevo, "tradiscono" però una nuova sensibilità e una nuova intenzionalità compositivo-espressiva, allorché ammettono in linea generale il principio delle opposizioni (tra gruppi strumentali differenti, piuttosto che tra sezioni lente e sezioni veloci) e la ricerca di un'espressione personale, percepibile soprattutto nella toccata e nella fantasia. Inoltre, esse preparano l'avvento delle forme nuove: in tal senso, la limitazione del numero delle sezioni nella canzone evolve verso la sonata, mentre la costruzione della fantasia su un unico tema e vari controsoggetti o idee secondarie preannuncia la fuga. Queste diverse forme sono affidate a strumenti solisti (strumenti a tastiera, liuto) o a insiemi strumentali (insiemi di viole, di fiati ecc.). Si tratta di un repertorio ricco, un esempio del quale è ben ravvisabile nell'opera di Frescobaldi.

Girolamo Frescobaldi

Organista e compositore, pare che Girolamo Frescobaldi (Ferrara 1583 - Roma 1643) si sia distinto ancora giovanissimo come virtuoso di organo e di numerosi altri strumenti. Si sa che nel 1604 fu organista e cantore nell'Accademia di Santa Cecilia a Roma e che verso il 1607 passò come organista a Santa Maria in Trastevere, accattivandosi la protezione del cardinale Bentivoglio. Con lui, nel 1607-08, Frescobaldi fece un viaggio nelle Fiandre, entrando in contatto con i maggiori musicisti fiamminghi. Tornato in Italia, divenne organista in San Pietro a Roma, succedendo a E. Pasquini. La sua fama si estese rapidamente in tutta Europa: lo confermano la diffusione delle sue composizioni e il valore dei musicisti stranieri che vennero a Roma per studiare con lui. Fra questi, importantissimo è J.J. Froberger, che al ritorno in Germania ne diffuse lo stile, influendo in modo determinante sulla musica organistica tedesca delle generazioni successive. Frescobaldi dedicò la massima parte della sua produzione alla musica strumentale, in particolare per tastiera. Le sue opere sono raccolte in volumi a stampa, che egli fece pubblicare a proprie spese e che costituiscono la sintesi più valida della grande tradizione organistica italiana del Rinascimento e del primo barocco.

Più che un innovatore, Frescobaldi fu il grande erede e perfezionatore di tutto uno stile. Se il rigore dell'elaborazione ricorda la grandezza dei polifonisti fiamminghi e veneziani, il gusto finissimo della melodia e dell'armonia indica chiaramente la sua intima adesione alle nuove correnti musicali del primo Seicento e, dall'esame delle sue composizioni, risalta il mirabile progresso dello stile: dalla ripresa della toccata-ricercare di A. Gabrieli e C. Merulo (Primo libro di toccate e partite d'intavolatura di cimbalo, 1615) al suo sviluppo in senso più fantasioso e autonomo (Il secondo libro di Toccate, Canzone, Versi d'Hinni, Magnificat, Gagliarde, Correnti et altre partite d'intavolatura di Cimbalo et Organo, 1627) fino alla compiuta perfezione dei Fiori musicali di diverse compositioni... (1635), sintesi insuperata dell'arte di Frescobaldi.

Di grande rilievo sono anche le altre raccolte di musiche strumentali: Il primo libro delle Fantasie a quattro (1608); Ricercari et Canzoni franzese (1615); Il primo di Capricci fatti sopra diversi Soggetti, et Arie (1624); Il primo libro delle canzoni a una, due, tre, e quattro voci per sonare con ogni sorte di Stromenti (1628); Canzoni alla franzese (postume 1645). Da ricordare anche la produzione vocale: madrigali (un libro, 1608), arie (2 libri, 1630) e pezzi sacri fra cui 2 messe (una Sopra l'aria della Monica, l'altra Sopra l'aria di Fiorenza).