La "nuova musica" dell'avanguardia

Dopo l'avanguardia

In sintesi

L'avanguardia dopo il 1960Dopo il 1960, con la crisi dello strutturalismo e la nascita delle avanguardie postweberniane, la forma del linguaggio musicale è esplosa definitivamente aprendo la strada alle pratiche di improvvisazione aleatoria, al gestualismo, sino all'informatica musicale e alle sue molteplici espressioni.
CageFu uno dei primi musicisti a teorizzare il concetto di alea e di opera aperta applicato alla composizione musicale. L'influsso delle filosofie orientali, soprattutto della dottrina zen, lo portò negli ultimi anni a superare il concetto di musica come costruzione formale conforme a un determinato pensiero estetico. Composizioni principali: 7 quaderni di Music for Piano (1952-56), 4 di Music of Changes (1951) e vari altri pezzi per pianoforte ("normale" o "preparato" con oggetti di varia natura inseriti fra le corde dello strumento per recuperare alla sonorità anche il rumore); un concerto per pianoforte e orchestra (1958).
KurtágEsploratore di zone espressive innovative e raffinate, nei suoi lavori affiorano significati originalissimi da sofisticati giochi di analogie interne al materiale tematico, oppure da preziose situazioni timbriche, armoniche o di grammatica compositiva. Fra le opere: Négy Capriccio (1972), Omaggio a Luigi Nono op. 16 per coro a cappella (1979), Attila József fragments op. 20 per soprano solo; ...quasi una fantasia... op. 27 n. 1 per pianoforte e gruppi di strumenti (1988).
ReichAperto agli influssi della musica africana e orientale (gamelan balinese), è ritenuto tra i fautori della minimal music, o minimalismo, basata sull'iterazione e la progressiva combinazione di brevi cellule ritmico-melodiche secondo il principio di "variazione statica". Ha composto brani per pianoforte, violino e strumenti a fiato e nastro magnetico, musica per percussioni e l'opera multimediale The Cave (1993).
PärtDopo aver adottato un linguaggio che alterna tecniche seriali e aleatorie a momenti di definita attrazione tonale, all'inizio degli anni Settanta si dedicò allo studio approfondito della musica medievale, dal canto gregoriano ai fiamminghi, e di quella religiosa ortodossa. Della sua produzione si ricordano: Tabula rasa, 1977; Stabat Mater, 1985; Te Deum, 1984-86; Dies irae, 1986; Miserere, 1989; Magnificat, 1989; Berliner Messe, 1990-92.