Espressionismo

La corrente culturale dell'espressionismo, sorta in Germania agli inizi del XX secolo, coincise in campo musicale con l'opera di A. Schönberg, A. Berg e A. Webern e con l'esasperazione della tonalità da loro operata. Giustificano tale identificazione, oltre ai rapporti personali che questi compositori ebbero con il gruppo del Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), diversi caratteri della loro poetica: il tormentoso scavo interiore, la concentrazione su un estremo soggettivismo come reazione alla solitudine e alla crisi create da un mondo alienato, la ricerca di un linguaggio che, nella sua essenzialità, risponda soltanto a un criterio di necessità interiore e rifiuti la tradizione (che appare compromessa con l'accettazione dell'ordine costituito). Tale ricerca si realizza nel superamento dei nessi tonali e in un gruppo di opere dove la suprema concentrazione formale sembra rispecchiare in modo diretto l'immediatezza visionaria di un'intuizione. Il successivo approdo alla dodecafonia (all'inizio degli anni Venti) non contraddice in sostanza tali caratteri. Si è soliti accostare al clima dell'espressionismo anche autori e opere che, specialmente negli anni 1910-1920, si avvicinano per qualche aspetto alla tensione espressiva e al carattere eversivo delle esperienze dei tre autori citati. Significative anticipazioni sono ravvisate in A.N. Skrjabin e F. Busoni, mentre sono ricomprese in tale clima Elektra e Salome di R. Strauss e diverse opere di B. Bartók, G.F. Malipiero, K. Weill, W. Vogel, D. Sostakovic, S. Prokof'ev e P. Hindemith.