Introduzione

Nei tre secoli dell'età moderna si passa da una pedagogia ancora appendice di visioni filosofiche e religiose a una concezione organica della pedagogia come scienza autonoma, che studia i fini e le metodologie dell'educazione in base allo sviluppo mentale e morale del giovane discente. Nel frattempo le istanze di libertà e uguaglianza che si affermano a partire dall'illuminismo e le trasformazioni sociali indotte dalla rivoluzione industriale allargano la base scolastica e pongono il problema dell'istruzione di massa. Nel pensiero pedagogico di questo periodo spiccano le figure di Locke, che applica la sua concezione empiristica allo studio dell'educazione morale e intellettuale e all'individuazione di un curriculum formativo; di Rousseau, con le sue riflessioni sull'educazione “naturale”; di Pestalozzi, che dalle sue esperienze concrete di educatore deriva idee nuove sulla didattica e l'interesse per l'educazione professionale; di Fröbel, che individuò l'importanza didattica del gioco; di Herbart, che stabilisce i primi statuti della pedagogia come scienza; di Lambruschini, che sviluppa la pedagogia del cattolicesimo liberale, e di Gabelli, esponente della pedagogia positivistica.