La pedagogia progressista

Nel primo Novecento iniziano a fare la loro comparsa le pedagogie dello sviluppo spontaneo, che si propongono di favorire uno sviluppo libero del bambino che gli permetta di mantenere integre la sua spontaneità e la sua creatività.

La concezione educativa di Neill: tra bontà e conflitto

Alexander Sutherland Neill (1883-1973), pedagogista scozzese, con la sua proposta educativa che trae ispirazione da Rousseau, ma soprattutto dalla psicoanalisi di Freud e di Adler, sembra essere la figura che meglio riassume questa nuova corrente della pedagogia contemporanea.

Neill, un po' come Rousseau, parte dalla concezione che la natura umana in sé è essenzialmente buona e tenda al bene e all'equilibrio. Dato questo equilibrio originario, ogni tentativo di alterarlo, con precetti, imposizioni, trasmissioni di conoscenze che vanno contro le tendenze spontanee del bambino, non può che provocare conflitti e una situazione di profonda infelicità che possono portare perfino alla nevrosi infantile.

L'autore scozzese vede dunque i bambini come originariamente buoni, ma messi a confronto con genitori o adulti “cattivi” i quali lo sommergono con consigli, comandi, divieti, punizioni, i quali da una parte fanno nascere in lui un forte senso di insicurezza, di dipendenza (in quanto i consigli dell'adulto appaiono sempre di per sé migliori ipso facto rispetto alle opzioni originarie del bambino che si sente quindi necessariamente inferiore), causano reazioni aggressive (in quanto spesso gli ordini dei genitori lo portano a far cose contrarie alle sue tendenze naturali, e generano quindi sentimenti di odio), e forti vissuti di angoscia (causati da continui divieti non giustificati che ne inibiscono le pulsioni naturali). Questi sentimenti di inferiorità, paura, odio, spesso portano il bambino a provare intensi sensi di colpa – qui forte è la voce di Freud – che lo spingono a mascherare la sua vera personalità dietro una che sia più “socialmente” accettabile priva di quegli imbarazzanti sensi di colpa nei confronti dei genitori.

La via da seguire per evitare queste situazioni negative è situata sulla strada opposta a quella educativa tradizionale, ed è la via della libertà e dell'autoregolazione.

Il bambino autoregolato

Neill non si limitò a teorizzare un approccio didattico, ma lo mise anche in pratica a partire dal 1921 con la fondazione della scuola di Summerhill. Scopo di questa scuola non è quello di istruire i bambini che la frequentano, ma di garantirne uno sviluppo sereno ed equilibrato.

Neill critica fortemente non solo le normali pratiche educative, come si è visto, ma anche l'istruzione in genere è profondamente convinto del fallimento storico della cultura da ogni possibile punto di vista: essa non ha reso migliore, o più felice, o più sicura la vita degli uomini, rivelandosi, pertanto, del tutto inutili ai fini del progresso dell'umanità. Inoltre, nel caso specifico dell'istruzione infantile, Neill critica la cultura in quanto la assimila a uno di tanti condizionamenti che porta alla frustrazione e quindi all'angoscia de giovani.

Qualsiasi forma educativa deve dunque proporsi come primo scopo il rispetto degli interessi degli alunni. Questa posizione nella scuola di Summerhill è portata alle sue estreme conseguenze, in quanto è sì previsto un orario delle lezioni, me esso ha un qualche valore indicativo solamente per gli insegnanti. I bambini possono assistere alle lezioni che preferiscono, come e quando vogliono.

È bene ricordare che libertà per Neill significa sì “fare ciò che si vuole”, ma solo fintanto che questo non va a interferire con la libertà di chi mi sta vicino. Contemporaneamente il tutto deve essere guidato da una grossa dose di buon senso (e questo è alla base delle misure precauzionali prese per la sicurezza dei bambini nella scuola di Summerhill).

Alla libertà e al rispetto va poi sempre associato l'amore e l'accettazione del bambino così com'è: Neill postula, infatti, che l'amore e la libertà siano le vere e le sole terapie per il recupero dei bambini.