La morfologia dei fondali oceanici

L'esplorazione dei fondali oceanici ha ricevuto un notevole impulso dalle numerose spedizioni avvenute negli anni '60 e '70: essa ha rivelato l'esistenza di "paesaggi" alquanto vari e complessi, fino ad allora sconosciuti, almeno alle maggiori profondità.

Procedendo dalla linea di costa verso il fondo, si estende, per un tratto più o meno breve, la piattaforma continentale (in genere fino all'isobata dei 200 m), seguita da una scarpata più o meno declive (con pendenza media dai 3° ai 5°), che scende fino alle piane abissali (oltre i 3000-5000 m di profondità; fig. 19.5). Queste ultime, a loro volta, possono essere percorse da vere e proprie catene montuose (le dorsali oceaniche), corrispondenti alle zone di risalita dei magmi, o costellate di rilievi isolati, a volte emergenti a formare singole isole o arcipelaghi. Le piane abissali possono anche essere interrotte da profonde fosse, o abissi (che scendono fino ai 6000-11000 m di profondità), corrispondenti a grandi fratture litosferiche o a linee di subduzione al margine di due placche contrapposte. Sui fondali marini avviene in modo continuo la sedimentazione di materiali.