La diseguaglianza

La povertà

La povertà può essere definita innanzi tutto in termini di reddito: in tal caso si distingue la povertà come privazione assoluta, cioè come mancanza dei mezzi per soddisfare i bisogni fondamentali, dalla povertà come privazione relativa, cioè come incapacità di mantenere il tenore di vita medio della società a cui si appartiene.

I bisogni fondamentali riguardano le cure mediche, l'alimentazione, l'abitazione e il vestiario. Per lo più, l'analisi che intende la povertà come privazione assoluta si limita a stabilire il livello di reddito annuale al di sotto del quale un individuo o una famiglia mancano dei mezzi necessari alla sopravvivenza. Negli Stati Uniti, assumendo come base il reddito medio familiare del 1981 di 22 388 dollari, la Social Security Administration ha fissato nel 1982 la linea (o soglia) della povertà di una famiglia non rurale composta da quattro persone al livello di 9 287 dollari. Tale soglia viene determinata calcolando come reddito minimo di sussistenza il costo di un'alimentazione sufficiente in "condizioni di emergenza o temporanee" e quindi moltiplicando la cifra per tre, in modo da coprire gli altri bisogni essenziali. Il calcolo viene corretto in relazione alle dimensioni della famiglia, del luogo di residenza e di altri fattori. Per la famiglie contadine, per esempio, la soglia è bassa, perché si presume che spendano meno per l'abitazione e che producano una parte dei cibi che consumano.

Il concetto di povertà relativa introduce nel calcolo altre variabili che si riferiscono al normale tenore di vita della società di riferimento. Per esempio, la fornitura domestica dell'energia elettrica si può considerare come non assolutamente necessaria per la maggioranza della popolazione mondiale che non ne dispone, mentre è ritenuta una necessità nelle società industrializzate. Il reddito che segnala la povertà viene cioè determinato relativamente agli altri redditi e non alla capacità assoluta di acquisto. Tale approccio implica che il problema della povertà sia da leggersi insieme a quello della stratificazione sociale.

Ma la povertà non è valutabile soltanto in relazione al reddito. Una teoria multidimensionale della povertà deve porre, accanto alla dimensione economica, altre variabili solo in parte dipendenti dal reddito, quali le condizioni di salute, di istruzione, di lavoro, le relazioni familiari ecc., e deve altresì tener conto della marginalità, vale a dire di quel particolare complesso di relazioni che i gruppi sociali più deboli sviluppano come autodifesa dando luogo al sorgere della "cultura della povertà".