La diseguaglianza

La schiavitù

La schiavitù è la forma estrema di diseguaglianza, in cui alcuni individui sono privati della libertà personale e divengono proprietà di altri individui. Le condizioni legali del possesso di schiavi variano storicamente in modo considerevole da una società all'altra. Talora gli schiavi erano privati di quasi tutti i diritti sanciti dalla legge (come nel Sud degli Stati Uniti fino al 1865), in altri casi ricoprivano una posizione sociale più simile a quella del servo, come nell'Europa medievale. Variabili sono pure i tipi d'occupazione storicamente destinati agli schiavi. Per esempio, a Roma e nella Grecia antica la massa degli schiavi era impiegata in lavori particolarmente faticosi; una minoranza, tuttavia, occupava posizioni di responsabilità, tanto che alcuni schiavi erano istruiti e lavoravano come amministratori pubblici, mentre molti altri erano addestrati per lavori artigianali specializzati. Gli appartenenti a queste due ultime categorie giungevano spesso ad accumulare ricchezze e a emanciparsi, diventando a loro volta proprietari di schiavi. Le forme tradizionali di schiavitù si sono rivelate, al confronto con le economie moderne, scarsamente produttive, comportando un controllo costante e costoso e l'uso di metodi brutali di punizione, causa di ricorrenti tensioni e rivolte. In quasi tutte le società contemporanee la schiavitù è illegale. Nelle stesse società industriali e postindustriali stanno peraltro emergendo, e costituiscono un notevole problema sociale, nuove forme di schiavitù di fatto. È il caso delle prostitute che dai paesi africani e da quelli dell'Est europeo emigrano nei paesi occidentali, ed è anche il caso dei bambini e ragazzi emigrati dalle stesse zone che vengono sfruttati per la raccolta di elemosina, o ancora dei bambini e ragazzi che nei paesi asiatici, ma non solo in quelli, vengono fatti lavorare nelle fabbriche in condizioni pratiche di schiavitù.