I metodi di ricerca

L'indagine per campione

Utilizzata per la prima volta verso la metà dell'800 da Charles Booth per studiare la povertà a Londra, e dal sociologo francese Frédéric Le Plav per studiare le classi lavoratrici francesi, l'indagine per campione si è perfezionata sino a divenire un mezzo sistematico per acquisire dati sul comportamento, gli atteggiamenti o le opinioni degli individui, interrogando un gruppo rappresentativo di essi. Oggi l'indagine per campione è forse lo strumento più diffuso nelle scienze sociali, poiché può essere utilizzato sia per descrivere i fatti sociali, sia per spiegarli. Si inizia definendo con attenzione il gruppo di soggetti che si intende studiare (la cosiddetta "popolazione"), in modo da individuarne gli elementi caratterizzanti. Il motivo della campionatura deriva infatti dall'impossibilità di analizzare gruppi troppo numerosi e dalla conseguente necessità di riferirsi a un campione più ridotto, che rechi però in sé tutti i caratteri tipici della popolazione di riferimento, così da consentire conclusioni valide per l'intera popolazione. Come è facilmente intuibile, l'attendibilità dei risultati è strettamente legata alla rappresentatività del campione stesso, ossia all'aderenza che questo presenta con la popolazione. Data l'importanza del metodo, sono state elaborate complesse procedure di campionamento atte a consentirne una corretta identificazione: ci si è accorti che l'elemento fondamentale non è tanto l'ampiezza del campione quanto il fatto che in esso siano presenti tutti gli elementi tipici del gruppo a cui si riferisce.

Per sondare l'opinione degli individui dei quali è stata operata la campionatura, i ricercatori si servono spesso di questionari strutturati, non strutturati e semistrutturati. Il questionario strutturato prevede l'uso esclusivo o prevalente di risposte fisse precodificate ed è particolarmente idoneo nel caso di indagini su campionature molto ampie. Il questionario non strutturato fa invece ricorso a domande aperte, sollevando questioni a cui l'intervistato deve sforzarsi di dare una risposta il più possibile personale e non condizionata dall'ottica del ricercatore. Il questionario semistrutturato, infine, viene formulato in modo da lasciare una certa libertà alle risposte dell'intervistato, seppure all'interno di griglie prestrutturate dal ricercatore.

Un altro metodo ampiamente utilizzato in sostituzione, o spesso accanto al questionario, è l'intervista, che può essere effettuata anch'essa in modo strutturato e semistrutturato o come colloquio in profondità, cioè come libera narrazione dell'esperienza dell'intervistato.