Il monopolio dell'informazione

Introduzione

Un grande tema che sta sempre più attirando l'attenzione non solo dei sociologi della comunicazione, ma anche dei politici e dei comitati di difesa dei consumatori, è relativo al controllo dei mezzi di comunicazione di massa da parte di pochi proprietari, o talvolta uno solo. I mezzi di comunicazione di massa, infatti, necessitano di ingenti somme di capitale per l'acquisto di macchinari sempre più sofisticati e la retribuzione di personale altamente specializzato. Ciò implica l'esclusione dal mercato di quanti, non potendo competere economicamente, si trovano impossibilitati a garantire il livello di informazione (spesso spettacolarizzata), e comunque di risposta all'esigenza del pubblico, offerti dai grandi network. In questo modo si verifica il graduale assorbimento di testate giornalistiche, stazioni radiofoniche, reti televisive da parte di società che finiscono per assumere così il controllo dell'informazione.

Data la delicatezza della questione, i singoli Stati hanno dato vita da un lato a reti nazionali, il cui compito (almeno teorico) è di salvaguardare una certa obiettività di informazione; dall'altro a norme legislative tendenti a ostacolare i monopoli dell'informazione (o almeno limitarne l'affermazione).