Il Sacro Romano Impero germanico e gli Svevi

Gli Angioini e gli Aragonesi

Il testamento di Federico designava erede della dignità imperiale e del trono tedesco il figlio Corrado IV e suo vicario nel Regno di Sicilia il figlio naturale Manfredi. Questi contrastò le mire del Papato sul Regno normanno e si mescolò alle lotte tra Comuni e fazioni cittadine (sostenne i Ghibellini di Firenze che col suo aiuto sconfissero i Guelfi a Montaperti). Il pontefice Clemente IV, preoccupato di un nuovo predominio svevo, offrì la corona del Regno di Sicilia a Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX e signore di Provenza e di terre del Piemonte. Carlo batté Manfredi a Benevento (1266) e vani furono due anni dopo i tentativi di riconquista dell'ultimo degli Svevi, Corradino, figlio di Corrado IV, che, sedicenne, fu decapitato sulla piazza a Napoli. A Palermo scoppiò una rivolta (1282), i cosiddetti “Vespri siciliani”, appoggiata da tutta l'isola, che costrinse gli Angioini a fuggire. I ribelli chiesero aiuto a Pietro III d'Aragona, genero di Manfredi. Tra Angioini e Aragonesi scoppiò una lunga guerra (Guerra del Vespro) che si concluse nel 1302 con la Pace di Caltabellotta con la quale la Sicilia sarebbe passata agli Aragonesi fino alla morte del figlio di Pietro che ne era diventato reggente. I patti non furono rispettati e l'isola passò di fatto sotto il controllo aragonese. Nel frattempo, in Germania, alla morte di Federico II era seguito un periodo detto di interregno (1250-1273) perché i principi tedeschi non riuscirono a trovare un successore. I piani di restaurazione imperiale furono ripresi da Enrico VII di Lussemburgo eletto imperatore nel 1308. Egli scese in Italia, di cui si fece incoronare re, ma fu avversato da Roberto d'Angiò e morì prima di poterlo affrontare. I suoi successori, della casa di Lussemburgo, si disinteressarono completamente dell'Italia.