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La cavalleria

Fin dall'alto medioevo si formò una casta militare di cavalieri, combattenti che potevano disporre a proprie spese di un cavallo e dell'armatura. Essi avevano il compito di aiutare il principe, a cui erano legati da vincoli di vassallaggio, nella difesa dei deboli. Nella Francia del XII sec. fiorì nelle corti dei grandi signori feudali un'etica cavalleresca che esaltava le virtù della lealtà verso il proprio signore e gli altri cavalieri, oltre a valori quali la prodezza (coraggio e capacità di maneggiare le armi), la generosità (intesa come disinteresse per la ricchezza) e la cortesia, cioè la capacità di attenersi a un particolare codice di comportamento verso le dame dell'aristocrazia (ancor oggi per indicare l'atteggiamento cortese verso le donne si usa il termine “cavaliere”). Questa stilizzazione dell'ideale cavalleresco si manifestò nella pratica dei tornei (combattimenti simulati, regolati da norme rigorose) e nella fioritura dell'amor cortese in tutte le corti europee. Con l'ascesa delle monarchie nazionali l'appartenenza alla cavalleria diventò segno di un particolare rapporto di benevolenza tra cavaliere e autorità dello Stato, che si traduceva nel conferimento di una decorazione e del titolo di cavaliere (con una accezione mantenuta sino a oggi).