Strutture produttive e demografia nel Medioevo

La dottrina dei tre ordini sociali

Tra la fine del X e l'inizio dell'XI sec. fu sviluppata la dottrina dei tre ordini secondo i quali si ripartiva la società feudale. Tale dottrina riprendeva gli insegnamenti dei Padri della Chiesa che a loro volta si rifacevano a quanto insegnava Platone nella Repubblica circa l'analogia fra l'ordinamento sociale e la ripartizione dell'anima nelle sue parti egemonica (che contempla e governa), irascibile (volitiva e guerriera) e concupiscibile (che segue le inclinazioni del corpo e che pertanto deve essere sottomessa alle due superiori). Al primo ordine, o alla parte nobile dell'anima, corrispondeva nel Medioevo la casta degli oratores, monaci e sacerdoti dediti alla contemplazione e alla preghiera e a ritrasmettere l'insegnamento. Vescovi, abati ed ecclesiastici in genere avevano dunque diritto a vivere della rendita delle loro proprietà. Il secondo ordine era quello dei signori laici (detti bellatores poiché tra i loro compiti vi era la guerra). La loro occupazione era il mantenimento dell'ordine e della giustizia, interni ed esterni; la guerra dalla quale ricavavano ingenti bottini che si aggiungevano alle rendite dei loro latifondi; si dedicavano inoltre alla caccia, ai tornei, e in generale a tutto ciò che era conforme all'ideale cavalleresco della nobiltà. Il terzo ordine era quello dei laboratores, che lavoravano mantenendo se stessi e coloro a cui prestavano servizio, potendo partecipare solo in questo modo indiretto alla tradizione, le loro possibilità intellettuali non permettendo una conoscenza superiore. Questa dottrina fu diffusa soprattutto a opera di alcuni vescovi francesi per arginare la confusione sociale dell'XI sec. richiamando gli appartenenti ai vari ordini sociali al principio dell'istituzione divina della ripartizione sociale al di là del-l'imperfezione delle nature umane che nella confusione dei tempi non sempre corrispondevano perfettamente alle funzioni che rivestivano.