Il Congresso di Vienna e la Restaurazione

La situazione europea nel 1815

Certamente le monarchie assolute del Vecchio Continente indissero il Congresso di Vienna per tentare di restaurare in Europa un ordine simile a quello vigente nel periodo prerivoluzionario. In realtà gli stessi sovrani e i plenipotenziari delegati al congresso sapevano bene che tale proposito era impossibile da realizzare. La Rivoluzione francese e l'età napoleonica, infatti, avevano provocato cambiamenti, sia in campo politico-sociale, che in materia di organizzazione territoriale, tali da non poter essere più sradicati: nella maggior parte delle regioni conquistate dai Francesi il feudalesimo venne soppresso, mentre i codici introdotti da Napoleone rappresentarono il primo mattone della giurisprudenza; negli anni compresi tra il 1789 e il 1814, la borghesia europea sperimentò direttamente nuove forme di governo assai più democratiche della monarchia assoluta e sicuramente più rispondenti alle mutate esigenze della società: monarchia costituzionale, repubblica democratica radicale, repubblica moderata borghese, bonapartismo divennero modelli cui si ispirarono in seguito tutte le nazioni che erano alla ricerca di un nuovo assetto costituzionale. Dalla cartina dell'Europa, d'altro canto, nell'età appena terminata erano scomparsi interi Stati (come le repubbliche di Genova e Venezia) e principati ecclesiastici (Treviri ecc.); analoga sorte toccò al Sacro Romano Impero.