Approfondimenti

La Resistenza in Italia

Dopo l'armistizio dell'8 sett. 1943, l'Italia si trovò spaccata in due. Nel “Regno del sud”, grazie al riconoscimento espresso dall'URSS (13 mar. '44) e alla svolta di Salerno impressa al PCl da Palmiro Togliatti (27 mar.), nacque una convergenza momentanea tra i partiti anti-fascisti e la Corona (che accettò di mettere in discussione il futuro della monarchia), a sostegno di un nuovo governo Badoglio. Il Centro-nord, invece, era in mano tedesca fin oltre Roma. Hitler, liberato Mussolini il 12 sett. '43 sul Gran Sasso, lo mise a capo della Repubblica Sociale Italiana a Salò (23 sett.). Contro i nazisti si sviluppò la guerriglia partigiana cui aderirono civili e reparti sbandati dell'esercito. Spesso le formazioni partigiane ebbero colorazione politica. Esse furono coordinate da Comitati di Liberazione Nazionale (CLN), composti da esponenti dei partiti antifascisti e sottoposti all'autorità del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) dal genn. '44. Alle azioni partigiane i Tedeschi risposero con massacri e fucilazioni di massa (fosse Ardeatine, 24 mar. 1944; Marzabotto, 29 sett.-1 ott. '44). Dopo la liberazione di Roma (5 giu. '44), tra il 25 e il 26 apr. '45, un'insurrezione di civili e partigiani, diretta da reparti alleati, portò alla “Liberazione” nazionale. Mussolini in fuga fu arrestato a Dongo presso Como e giustiziato il 28 apr.