Le scoperte geografiche e l'espansione coloniale

Le esplorazioni geografiche

L'avvio delle esplorazioni geografiche si deve al genovese Cristoforo Colombo il quale (fra la fine del sec. XV e l'inizio del XVI) volendo raggiungere le Indie attraverso l'Atlantico, su navi fornitegli dalla flotta spagnola, si imbatté nel continente americano (1492-1504). Intanto la circumnavigazione del continente africano a opera di Vasco da Gama (1497-98) assicurò ai Portoghesi il monopolio del mercato delle spezie e aprì una nuova via per le Indie. Altre nazioni come l'Inghilterra, la Francia e l'Olanda si affrettarono a organizzare viaggi ed esplorazioni rompendo il monopolio ispano-portoghese. Le spedizioni di Cortés (1519-35), Pizarro (1531-35) e Cartier (1534-41) inaugurarono la pratica degli Stati europei di acquisire le terre di nuova scoperta, mentre continuavano le esplorazioni delle coste atlantiche del continente americano nei viaggi dei fratelli Caboto (1497, 1508, 1553-57), di Amerigo Vespucci (1499-1501), di da Verrazano (1524) e di Hudson (1607-10). Altri navigatori intanto esploravano le regioni costiere del Pacifico come Magellano (1519-22) che per primo circumnavigò la terra. Nei secc. XVII e XVIII teatro delle maggiori imprese esplorative fu il Pacifico: nei viaggi di Tasman (1642-43), de Bougainville (1767-68), von Humboldt (1799-1804), ma soprattutto di James Cook (1768-79), le finalità commerciali e politico-militari si unirono a quelle scientifiche.