Assiri, Medi e Persiani

L'ascesa dei Medi e dei Persiani

I Medi furono tributari degli Assiri dal sec. IX al sec. VII a.C. Ogni anno dovevano consegnare loro i migliori cavalli che possedevano. In seguito fondarono un Impero con capitale Ecbatana. Solo nel 612 a.C. riuscirono ad avere ragione dei loro oppressori. Il re Ciassare (633-584 a.C.), con l'aiuto dei Babilonesi, dopo un lungo assedio durato 3 anni, riuscì a conquistare Ninive. L'Impero dei Medi raggiunse la sua massima espansione comprendendo Assiria, Mesopotamia settentrionale e Cappadocia. Ciassare stipulò anche un trattato di amicizia con la Lidia e assoggettò i Persiani. Il figlio Astiage (585-550 a.C.) non riuscì a conservare ciò che il padre aveva costruito. Il disaccordo con i suoi stessi sudditi portò a una crisi interna di cui seppe approfittare il persiano Ciro che con l'aiuto di alcuni ufficiali sconfisse Astiage in battaglia e si proclamò “re dei Medi e dei Persiani”.

Ciro il Grande e i suoi successori. La Persia, regione storica del Medio Oriente, corrisponde all'odierna repubblica dell'Iran. L'ascesa del popolo persiano fu guidata da Ciro il Grande (590-529 a.C.; imperatore dal 558 al 529 a.C.), della dinastia degli Achemenidi. Succeduto al padre Cambise, sconfisse i Medi (553-550 a.C.), conquistò quindi la Lidia (546 a.C.) facendone prigioniero il re Creso, le città greche dell'Asia Minore e Babilonia (539 a.C.). Tra il 546 e il 540 a.C. sottomise le province a oriente della Persia sino al fiume Iassarte. Morì nel 529 a.C. combattendo contro gli Sciti Massàgeti. Nella Bibbia è ricordato per aver liberato gli Ebrei prigionieri a Babilonia e aver consentito loro di tornare in patria. Fu famoso per la sua tolleranza religiosa, la clemenza verso i vinti, la sollecitudine per i sudditi. La sua figura di sovrano ideale fu tratteggiata da Senofonte nella Ciropedia. Il figlio Cambise assoggettò l'Egitto nel 525 a.C. riducendolo a provincia dell'Impero. Il successore Dario I (re dal 522 al 486 a.C.) si scontrò con gli Sciti e i Greci; occupò la Tracia e la Macedonia. Fu duramente sconfitto dai Greci nella battaglia di Maratona nel 490 a.C.

La decadenza e la rinascita sassanide. Nei secc. V e IV a.C. la Persia si inserì stabilmente nelle dinamiche politiche e diplomatiche degli Stati greci, tentando di instaurare invano una egemonia sul mondo ellenico. In seguito venne assoggettata da Alessandro Magno e perse la propria indipendenza politica. Cominciò allora la fusione culturale con il mondo greco. La dinastia dei Sassanidi, al potere dal 226 d.C., portò a un periodo di rinascita. Dal 636 d.C. la Persia fu terra di conquista degli Arabi che ne iniziarono l'islamizzazione.

Organizzazione dell'Impero e religione. Sull'Impero persiano governava il “Re dei re”. Egli aveva un potere assoluto di istituzione divina. Ogni suddito, compresi i più alti funzionari, gli doveva obbedienza assoluta. L'Impero era diviso in satrapie, distretti territoriali retti da governatori di nomina regia (i “satrapi”). L'esercito era molto potente ed efficiente: alle “truppe di guarnigione” di ogni città si affiancavano i “diecimila immortali”, così chiamati perché appena uno di essi veniva a mancare era prontamente sostituito così che il loro numero restava invariato. La religione persiana fu istituita dal profeta Zarathustra (chiamato poi “Zoroastro” dai Greci) nel VI sec. a.C. Questa è tuttora praticata da circa 100.000 fedeli, la maggior parte dei quali in Indio (Parsi). Responsabile del culto è la casta sacerdotale dei magi. Dio, Ahura Mazda, è considerato nel suo aspetto personale come Dio della luce, in continua lotta con Arimane (Angra Maainyu) il dio delle tenebre e del male. L'uomo è considerato libero di scegliere fra il bene o il male. Gli imperatori persiani erano vicari in terra di Ahura Mazda, incaricati della missione di far trionfare il bene mediante un Impero universale.