Dall'età di Pericle al governo dei Trenta; il fiorire della cultura classica

Introduzione

Sin dal VII e VI sec. a.C., soprattutto nelle città greche ioniche dell'Asia Minore, iniziò a svilupparsi quella modalità di pensiero filosofico-scientifica in cui volentieri l'Occidente moderno riconosce le più proprie radici. La felice conclusione delle guerre persiane aveva dato a Sparta la preminenza sulla terraferma, a capo di una Lega di stati retti da regimi oligarchici. Atene, invece, aveva ottenuto il dominio sul mare e si era data, soprattutto nell'età di Pericle, un regime democratico. Inoltre, lo splendore artistico e culturale da essa raggiunto (Fidia e Mirone nelle arti figurative, Erodoto e Tucidide nella storia, Eschilo, Sofocle, Euripide e Aristofane nella letteratura, Protagora e Socrate nella filosofia), unitamente alle riforme interne e all'imperialismo di Pericle, erano i segni evidenti della sua ricchezza e potenza. Fu inevitabile lo scontro per la supremazia tra Atene e Sparta: la Guerra del Peloponneso si protrasse per 27 anni (431-404 a.C.), coinvolgendo tutto il mondo greco e concludendosi con la disfatta di Atene. Ma anche Sparta uscirà indebolita e dovrà nuovamente scontrarsi con Tebe per il predominio. Tutti questi conflitti indeboliranno sempre più le poleis greche.