Dalla Preistoria alla caduta dell'Impero Romano (476 d.C.)

Si suole convenzionalmente considerare l'età antica il periodo che va dalle prime attestazioni scritte alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.). Le prime civiltà urbane complesse hanno avuto origine nelle regioni fluviali (i bacini del Tigri e dell'Eufrate, dell'Indo, del Nilo e del Fiume Giallo). Nella storia d'Europa e del Vicino Oriente è stato comunque il Mediterraneo e il suo immediato retroterra a essere il centro della civiltà antica: le regioni siriache e anatoliche, quelle elleniche ed egee, quindi quelle italiche e nordafricane hanno visto il sorgere di più organismi statali capaci di estendere il loro dominio su parti significative delle coste mediterranee. In seguito, l'esperienza greca, fiorentissima dal punto di vista culturale, trovò con Alessandro Magno anche la via dell'Oriente, per poi recedere di nuovo, nel II sec. a.C., verso il bacino del Mediterraneo. Infine, la costruzione statale romana, estesasi fino a raggiungere le regioni settentrionali (Gallia, Britannia e regione danubiana), rappresentò il culmine e la sintesi dell'unità mediterranea, sviluppando gran parte dell'esperienza umana precedente, soprattutto ellenica. La caduta dell'Impero Romano d'Occidente, causata anche dall'indebolimento seguito allo sforzo di dover tenere unito un Impero che si estendeva a nord come mai era avvenuto in passato, segnò quindi non soltanto un'importante cesura politica, ma anche l'inizio dello spostamento verso nord (ad esempio con il successivo Regno franco di Clodoveo) e verso est (Costantinopoli e la regione siriaca) del fulcro economico e politico del mondo europeo e mediorientale.