Ittiti, Ebrei e Fenici

Il popolo ebraico

Acquisito il controllo della Palestina, la terra che Dio aveva promesso ai padri della religione ebraica, verso il 1000 a.C. le tribù ebraiche si federarono in un regime monarchico portato al culmine della potenza dal secondo sovrano, Davide (inizio X sec. a.C.), che sconfisse Filistei e Aramei e stabilì la capitale del Regno a Gerusalemme. Alla morte di Salomone (ca 961-922 a.C.), figlio di Davide, le tribù settentrionali si ribellarono e il paese si scisse in due stati: il Regno di Giuda a sud, fedele ai discendenti di Salomone e il ribelle Regno di Israele a nord. Il politeismo dei popoli vicini causò l'intervento dei Profeti che cercarono di preservare la purezza del monoteismo. Per l'indebolimento conseguente alla scissione il Regno di Israele fu conquistato dagli Assiri nel 722 a.C. e quello di Giuda fu abbattuto nel 587 a.C. dai Babilonesi che distrussero Gerusalemme e deportarono parte della popolazione in Mesopotamia (“cattività babilonese”). Il re persiano Ciro concesse agli Ebrei di fare ritorno nella loro terra (538 a.C.), ma essi furono sottomessi successivamente ai Persiani e ai Macedoni. Insediatisi in Egitto in seguito al coinvolgimento nel conflitto tra Seleucidi e Tolomei, gli Ebrei di Palestina ebbero riconosciuta l'autonomia sotto gli Asmonei. La persistenza di divisioni interne tra Farisei, Sadducei ed Esseni, che vivevano in modo diverso la religione, favorì l'intromissione di Roma che impose il protettorato nel 63 a.C. e intervenne poi militarmente contro la resistenza religiosa e nazionale degli Zeloti che perseguivano la costituzione di uno Stato ebraico anche tramite pratiche terroristiche. Nel 70 d.C. Tito distrusse il Tempio di Gerusalemme, ma una nuova rivolta nel 135 d.C. portò alla distruzione dell'intera città.

La religione ebraica è la prima delle tre religioni (le altre due sono il Cristianesimo e l'Islam) che hanno in Abramo il loro comune patriarca. Il “monoteismo abramico”, nelle sue differenti rivelazioni, sottolinea particolarmente l'unicità e l'assolutezza di Dio che gli uomini sono divenuti incapaci di riconoscere perché caduti nell'idolatria. La religione ebraica si fonda sull'Alleanza stipulata tra Dio (YHWH, nome non pronunciabile indicato dalle sole consonanti) e Abramo, alleanza rinnovata sul monte Sinai, con la consegna a Mosè delle Tavole della Legge di Dio. Dio, rivelatosi a Mosè come, “Colui che è”, ha nei confronti degli uomini un rapporto di intima vicinanza che traspare però in modo evidente solo in chi si dispone a una fede sincera. I testi sacri delle religioni ebraica e cristiana sono raccolti nella Bibbia (dal gr. tà biblìa, “i libri”), che consta di due grandi parti: la Miqrah ossia “Lettura”, cui si attiene il Giudaismo e che i cristiani chiamano Antico Testamento, e il “libro della Nuova Alleanza” che il Cristianesimo associa al primo come Nuovo Testamento. I testi più antichi della Bibbia ebraica si rifanno alle tradizioni “elohista” e “yahvista” (perché usano nel Pentateuco per identificare Dio rispettivamente i termini Elohim e YHWH) e risalgono al 1000-750 a.C. A questi si aggiunsero altre tradizioni (ad esempio quella deuteronomista), i Libri profetici e i Testi sapienziali o Agiografi (VIII-III sec. a.C.), e per i cristiani il corpus del Nuovo Testamento, scritto tra il 51-52 e l'inizio del II sec. d.C.