La crisi della polis, l'Impero di Alessandro Magno e l'Ellenismo

Alessandro Magno

Morto Filippo, salì al trono il giovane figlio Alessandro. Questi si adoperò subito a consolidare l'egemonia macedone sulla Grecia (distruzione di Tebe, 335), quindi si apprestò ad attuare la conquista dell'Impero persiano. Nei primi mesi del 334, lasciata la reggenza della Grecia al generale Antipatro, Alessandro attraversò l'Ellesponto alla testa delle truppe scelte costituite da Macedoni e da contingenti greci alleati con l'obiettivo di liberare le città greche d'Asia e restaurare l'indipendenza egiziana. Con le vittorie del Granico (334 a.C.) e di Isso (333 a.C.) su Dario III, si assicurò le parti occidentale e meridionale dell'Asia Minore. Nel 332, l'assoggettamento di Fenicia, Siria ed Egitto aggiunse al potenziale militare di Alessandro la supremazia navale. In Egitto, dove sostò per circa sei mesi, fece visita al famoso oracolo di Ammone, manifestando così rispetto per la religione locale e cercando di ricevere una legittimazione sacerdotale. Nel 331 l'avanzata riprese in direzione nord verso Babilonia. Una nuova vittoria su Dario a Gaugamela segnò per quest'ultimo l'inizio di una lunga fuga, conclusasi con la morte per mano di un satrapo. Alessandro assunse allora (330 a.C.) il titolo di basilèus (“gran re”), rivendicando a sé l'eredità della dinastia persiana degli Achemenidi. L'adozione progressiva dell'etichetta orientale, suscitò la crescente opposizione di capi militari e dignitari macedoni. Particolarmente avversato fu il cerimoniale della proskynesis, che esigeva che chiunque apparisse davanti al sovrano si inginocchiasse e ne ricevesse il bacio. Fra il 330 e il 327 a.C. venne attuata la conquista dell'Iran, che incontrò serie resistenze, solo in parte superate con il matrimonio tra Alessandro e la principessa Rossane. La conquista dell'India, condotta senza particolari difficoltà militari, occupò gli anni dal 327 al 325. Arrivato al Punjab, davanti al rifiuto delle truppe di proseguire oltre, Alessandro decise per il ritorno verso la Persia, mentre un'altra parte dell'esercito risalì l'Indo fino alla foce del Tigri in un viaggio che fu occasione di scoperte geografiche ed etnografiche di notevole rilievo. Nella primavera del 324 Alessandro rientrò a Susa, mentre una serie di ammutinamenti, di congiure di oppositori e di nuove complicazioni interne in Grecia, mettevano in crisi la solidità del nuovo Impero. Alla vigilia di una nuova spedizione verso l'Arabia, nel 323, morì di malaria. Alla sua morte le diverse province dell'Impero furono governate dai suoi generali, i diadochi. La rivalità presto accesasi tra questi e i loro successori segnò un cinquantennio di lotte che portarono allo smembramento dell'Impero macedone in numerosi regni, dei quali i maggiori furono: il Regno di Macedonia, il Regno di Siria e il Regno d'Egitto (280 a.C.).

L'Impero “universale”. La liberazione della grecità ionica e la vittoria sul nemico persiano costituivano per il mondo greco-macedone obiettivi tradizionali pienamente raccolti da Alessandro. Su di lui svolse sicuramente un ruolo importante l'alta educazione ricevuta da Aristotele. Dopo la caduta di Persepoli e la morte di Dario, si manifestò in Alessandro l'aspirazione a un nuovo “Impero universale”, che riportasse un certo ordine nella crescente confusione politica dei suoi tempi. In questa ottica vanno letti l'assunzione dei rituali di corte orientali, l'espansione dei confini, che facesse coincidere il Regno di Alessandro con il mondo conosciuto e l'unificazione amministrativa e culturale delle regioni conquistate. La creazione di un esercito e di una classe di funzionari misti favorì un ampio processo di fusione fra popolazioni greche e orientali (koinonía, comunanza), sorretto dall'introduzione di una moneta unica, del greco quale lingua ufficiale comune (koiné), nonché dalla cura per la rete di comunicazioni stradali.

L'Ellenismo è il periodo che va dalla morte di Alessandro all'unificazione del Mediterraneo da parte di Augusto (30 d.C.), caratterizzato dalla diffusione dei valori e della cultura greca. In campo religioso e filosofico si manifestò una nuova sensibilità verso culti e dottrine orientali, che spesso si sovrapposero a quelli tradizionali (sincretismo). L'Accademia platonica raggiunse uno sviluppo notevole, mentre le grandi scuole filosofiche (stoicismo, epicureismo, cinismo, scetticismo), che si proponevano di alleviare le sofferenze umane, godevano di ampia diffusione. I nuovi ideali si espressero anche nella lirica di Callimaco e di Teocrito, nella commedia di Menandro, nelle opere storiche di Polibio e in molte opere di scultura, pittura e architettura.