La crisi della polis, l'Impero di Alessandro Magno e l'Ellenismo

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Aristotele

Aristotele, nato a Stagira nel 384 a.C., frequentò l'Accademia platonica e poi fu precettore del giovane Alessandro Magno alla corte macedone. Il suo pensiero si rivolse a ogni aspetto dello scibile, dalla zoologia alla politica, alla metafisica. Questo amore per la conoscenza, esteso all'universale, fu sicuramente trasmesso al suo allievo che lo manifestò nel desiderio di diffondere la cultura greca e di estendere il suo potere oltre ogni confine. La metafisica, lo studio dell'essere in quanto tale, in atto, costituì forse l'elemento centrale delle riflessioni aristoteliche. Muovendo dalla realtà sensibile, il filosofo giungeva a dimostrare per induzione l'esistenza di un Ente Sommo, motore immobile di ogni cosa in quanto tutto tende a Esso come alla Sua perfezione. I suoi metodi saranno adottati dalla teologia cristiana, per opera soprattutto di S. Tommaso d'Aquino nel XIII sec. Con Aristotele la cultura greca aveva raggiunto un elevato sviluppo e consolidato la forza necessaria per diffondersi nel mondo, come avvenne in età ellenistica.