Tra Repubblica e Impero: il Principato di Augusto

Approfondimenti

  • Intellighenzia e potere

Intellighenzia e potere

Consapevole dell'importanza di dare un'immagine positiva al proprio governo, Augusto attirò intorno a sé i migliori artisti e letterati del tempo perché fossero testimoni, nelle loro opere, degli ideali da lui espressi. Essi si raccolsero intorno a Mecenate, uomo ricco e colto, amico di Augusto, che li aiutò anche economicamente. Due furono i temi principali intorno ai quali costruire l'immagine positiva: la “missione imperiale di Roma”, cioè il compito, conferito dagli dei, di assicurare pace e giustizia al mondo, e il “ritorno all'antico”, ai costumi degli antenati e alla antica austera moralità. L'atteggiamento di questi artisti, tra cui si ricordano Virgilio, Orazio, Livio, Properzio, Tibullo, non fu mai di adulazione o cortigianeria. Vi furono anche intellettuali dissidenti, come Ovidio, che visse in esilio, i cui ideali di vita gioiosa e libertina mal si sposavano con quelli che Augusto intendeva restaurare. Questo equilibrio così delicato tra intellettuali e potere fu caratteristico del periodo augusteo e si guastò ben presto con i suoi successori.