Alimentazione

L'alimentazione costituisce una delle necessità primarie dell'essere umano, per questa ragione essa ha assunto in tutte le civiltà un'importanza simbolica fondamentale alla quale devono essere ricondotte le interdizioni — seppur relative a cibi differenti — presenti in quasi tutte le religioni. Al di là di tali interdizioni, indipendenti da ragioni di carattere contingente, l'alimentazione dell'uomo è naturalmente sempre stata influenzata dalle condizioni ambientali e climatiche, dal grado di sviluppo socioculturale raggiunto, dalle attività economiche esercitate, dalle abitudini acquisite nelle diverse epoche storiche e, in tempi più recenti, anche dalla moda.

Anche a proposito dell'alimentazione è fondamentale la distinzione fra civiltà nomadi e civiltà sedentarie. Se per le prime assume un ruolo primario l'allevamento degli animali, le seconde mirano a procacciarsi il nutrimento essenzialmente mediante il lavoro della terra.

Se ai primordi l'uomo si limitava a raccogliere e consumare le risorse alimentari disponibili e a cacciare gli animali, con l'avvento dell'agricoltura si è avuta una differenziazione delle specie cerealicole dominanti e delle abitudini alimentari diversificata per aree geografiche (frumento, farro, avena, spelta, orzo, nell'area mediterranea, mais nelle Americhe e riso in Oriente).

Popolazione e disponibilità alimentari.

Con il lento ma progressivo sviluppo dell'allevamento e dell'agricoltura, la quantità di alimenti a disposizione dei popoli è andata aumentando, pur rimanendo soggetta a fasi cicliche negative, dovute a fenomeni di diverso genere (carestie, inondazioni, morie di animali e guerre). Il livello minimo di sussistenza era quindi spesso messo in discussione, se si eccettuano ristretti ceti sociali privilegiati presso cui l'alimentazione costituiva anche occasione di raffinatezza culturale. La diffusione di nuove specie vegetali di origine americana (ad esempio la patata, il pomodoro, il mais) costituì solo lentamente una nuova base alimentare in Europa (se il pomodoro attecchì quasi subito in Andalusia e nell'Italia meridionale, la patata giunse nel nord della Germania solo nel '600). La disponibilità di risorse materiali e alimentari è sempre stata in relazione con lo sviluppo quantitativo della popolazione, annoverandosi tra i principali fattori che influenzano l'espansione o la contrazione demografica. In particolare a livello teorico-economico si ricordano gli studi di T. R. Malthus (Saggio sul principio della popolazione, 1798), il quale notava il divario fra l'accrescimento demografico (che avveniva in ragione geometrica) e l'accrescimento dei mezzi di sussistenza (crescenti allora in ragione aritmetica), e proponeva come soluzione il contenimento dell'indice di natalità. Oggi, come in passato, la scarsità di risorse alimentari in rapporto alla popolazione è tra le principali cause di mortalità precoce e di diffusione di malattie ed epidemie, sia per l'indebolimento organico complessivo che un'alimentazione deficitaria produce, sia perché le carenze nutrizionali sono all'origine di morbi (ad esempio la pellagra, che fu endemica soprattutto in Italia settentrionale). Anche la “rivoluzione demografica” verificatasi in Europa a partire dal XVIII sec. deve essere ricondotta alle contemporanee rivoluzioni economiche, che migliorarono le condizioni alimentari.

Il superamento della condizione di sussistenza.

Il momento di svolta fu segnato dalle concatenate rivoluzioni agraria, dei trasporti, del commercio e industriale, collocabili a partire dalla seconda metà del '700. Le nuove tecniche agrarie (con rese maggiori e più costanti), la possibilità di trasformare e conservare i cibi e di commerciare i prodotti della terra a prezzi tendenzialmente decrescenti, hanno fatto sì che in diversi paesi (a partire dall'Europa occidentale) si sia proceduto verso un equilibrato rapporto tra le esigenze e le risorse alimentari, tanto da favorire il prolungamento delle aspettative medie di vita, la sconfitta di alcune malattie da denutrizione, e l'irrobustimento delle popolazioni. Tali trasformazioni economiche si sono tuttavia prodotte nelle diverse regioni in periodi e modalità assai differenti.

Alimentazione e Terzo Mondo.

Nell'ultimo secolo, a causa degli squilibri insiti nel complesso meccanismo dell'economia mondiale, gran parte dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina hanno visto sconvolto un secolare sufficiente equilibrio alimentare, trovandosi ridotte a dover lottare contro la fame: ancor oggi si registrano in numerose aree geografiche situazioni nutrizionali stabilmente carenti (la media dei consumi alimentari pro capite nei tre continenti è di circa 1.000 calorie inferiore rispetto ai paesi industrializzati), o del tutto insufficienti. Anche per questo motivo opera dal 1945, nell'ambito dell'ONU, la FAO (Food and Agriculture Organization), che ha lo scopo di incrementare la produzione agricola e di migliorare le condizioni alimentari dell'umanità.