Caltanissétta o Caltanisétta (provincia)

Indice

Libero Consorzio Comunale della Sicilia, 2128 km², 252.803 ab. (stima 2021), 118,22 ab./km², capoluogo: Caltanissetta. Comuni: 22. Sigla: CL. 

Generalità

È tra le meno estese e popolate province della regione, e si allunga in direzione NW-SE dal centro dell'isola fino al golfo di Gela, sul canale di Sicilia. È delimitata dalle province di Agrigento, Palermo, Enna, Catania e Ragusa. Il suo nome, assieme a quello delle province di Enna e Agrigento, è legato al ricordo delle solfatare, antiche miniere di zolfo ormai inattive.

Territorio

Dal punto di vista morfologico è costituita da due regioni nettamente distinte: il cosiddetto “altopiano solfifero”, brullo e pressoché privo di vegetazione arborea, digradante con ampi ripiani dal centro dell'isola verso la costa meridionale, e la fertile piana alluvionale del fiume Gela, che interessa l'estremo settore sudorientale del territorio. Questo è attraversato dai fiumi Imera Meridionale, Gela e da vari affluenti di sinistra del Platani, che delimita per un tratto il confine nordoccidentale della provincia. Si tratta, comunque, di corsi d'acqua a regime torrentizio con magre molto accentuate nei mesi estivi. La principale emergenza ambientale, infatti, è costituita dalla scarsità delle risorse idriche, che soprattutto nella stagione più calda si esauriscono del tutto. Appartiene al territorio provinciale la Riserva Naturale Orientata del Biviere di Gela, che salvaguarda una delle più importante zone umide della Sicilia, dove sostano varie specie di uccelli acquatici che ogni anno migrano dall'Africa al Nordeuropa e viceversa. Tutela un ambiente di tipo carsico, invece, la Riserva Naturale Lago Sfondato. Il clima è caldo, temperato nella fascia costiera per l'influsso del mare, mentre diviene più aspro all'interno; modeste e quasi dovunque insufficienti alle esigenze dell'agricoltura sono le precipitazioni. Dal punto di vista demografico, dopo un netto decremento degli abitanti verificatosi negli anni Ottanta del sec. XX, la popolazione, nel decennio successivo, è tornata sia pur in maniera contenuta a crescere. Notevole rimane, comunque, non soltanto il flusso migratorio verso il continente (il tasso di disoccupazione provinciale è tra i più elevati nel Mezzogiorno), ma anche lo spopolamento dei piccoli paesi dell'interno a favore di quelli più evoluti sia dell'entroterra sia della costa. Infatti, se si considera la rete insediativa, la popolazione è polarizzata, oltre che nel capoluogo, dove risiede meno di un quarto degli abitanti della provincia, a Gela, Niscemi, San Cataldo, Mazzarino, Riesi e Mussomeli. La provincia soffre di un certo isolamento a causa della rete viaria alquanto inadeguata e arretrata. Priva di collegamenti autostradali, è interessata soltanto dall'estremo tratto della A19 Palermo-Catania, che prima di deviare verso N si congiunge, con un ramo periferico, alla SS 640, che porta ad Agrigento. Lungo il litorale corre una parte della SS 115 Sudoccidentale Sicula, che collega Trapani a Siracusa, passando per Gela. Da qui si diparte la SS 117 bis, che si inoltra nell'entroterra isolano giungendo fino al capoluogo; questa strada si biforca a N di Niscemi, dando origine alla SS 417, che, dopo aver raggiunto Caltagirone, arriva fino a Catania. Piuttosto disagevoli risultano i collegamenti ferroviari. Lo scalo marittimo di Gela non è attrezzato per il movimento passeggeri.

Economia

All'interno della provincia l'area agricola maggiormente dinamica è quella sudorientale: vi prevalgono le colture cerealicole, ma hanno una buona diffusione anche quelle legnose (olivi, viti, mandorli, localizzati questi ultimi prevalentemente intorno ai centri abitati). Anche nell'altopiano solfifero, la cui economia è stata da sempre legata alle risorse del sottosuolo e si trova di fronte a una problematica riconversione produttiva, dopo la cessazione dell'estrazione dello zolfo (1986), si sta cercando, ma con scarsi risultati, sia di incentivare l'agricoltura sia di provvedere al rimboschimento tramite i consorzi di bonifica. Discreto è il peso rivestito nell'economia provinciale dal settore zootecnico (bovini e ovini). Praticamente assenti dal territorio sono iniziative manifatturiere a carattere prettamente industriale, fatta eccezione per il capoluogo e per Gela, dove i settori più rappresentati sono quello metalmeccanico, alimentare, dell'abbigliamento e del legno. La nascita del complesso petrolchimico gelese, legata a un modesto giacimento petrolifero rinvenuto nella piana di Gela negli anni Cinquanta del sec. XX, tuttavia non è stata in grado di risvegliare iniziative locali o di attirarne altre dall'esterno, tranne qualche ditta minore nel campo delle forniture e della manutenzione degli impianti. Anche lo scalo marittimo di Gela, con i suoi cantieri, ha visto aumentare i suoi traffici dopo l'apertura del complesso petrolchimico, ma ha un movimento minore rispetto agli altri due scali petroliferi siciliani di Augusta e Milazzo. Inferiori alle aspettative sono stati i riflessi sulla struttura economica provinciale del territorio determinati dallo sfruttamento dei sali potassici: questa risorsa, che negli anni Sessanta aveva aperto buone prospettive, in sostituzione della declinante attività solfifera, si è rapidamente esaurita. Continua, ma in maniera molto limitata l'estrazione del salgemma (San Cataldo, Milena, Mussomeli, Acquaviva Platani); i processi di ristrutturazione e ammodernamento del settore hanno determinato, da un lato un incremento della produzione e dall'altro una contrazione della manodopera. Modesto è il terziario, concentrato, oltre che nel capoluogo, attivo mercato di prodotti agricoli e zootecnici, anche a Gela. Il turismo non è ancora ampiamente sviluppato; l'affluenza si concentra quasi del tutto in corrispondenza delle principali manifestazioni religiose, oltre che nei mesi estivi (Gela, con le località balneari di Manfria e Macchitella).

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