Hartmann, Nicolai

filosofo lituano (Riga 1882-Gottinga 1950). Studiò a Marburgo con Natorp e insegnò nelle università di Marburgo, Colonia, Berlino e Gottinga. Sviluppò la fenomenologia in senso realistico, opponendosi al neo-kantismo; approfondì la feconda intuizione di Husserl che l'essere è diviso e articolato in regioni e che ognuna di esse implica un modo specifico di esperienza a essa commisurato. Giunse così alla conclusione che le singole regioni e le loro categorie fondamentali non sono semplicemente giustapposte l'una all'altra, ma si elevano l'una sull'altra e si compenetrano. Hartmann distingue le categorie fondamentali che determinano ogni essere (come per esempio concordanza e opposizione, identità e diversità, forma e materia) e che sono quindi comuni a tutti gli strati dell'essere, e le categorie che invece sono proprie di strati specifici (per esempio le categorie dell'inorganico e dell'organico, dello psichico e dello spirituale). Anche queste ultime categorie però possono penetrare strati diversi dell'essere: per esempio l'organico manifesta la categoria della finalità, che entra anche negli strati più alti della psiche e dello spirito. D'altra parte le categorie fondamentali variano con l'entrare negli strati diversi dell'essere: per esempio la categoria della determinazione, che appare nel regno dell'inorganico come causalità, si manifesta nell'organico come finalità, nello psichico come motivazione e nello spirituale come superiore unità di senso. Se il mondo è così articolato in strati, gli enti particolari e concreti partecipano a strati e leggi categoriali diversi (per esempio l'uomo partecipa a tutti gli strati citati). L'ontologia non è separata dalle scienze empiriche ma procede parallelamente ad esse, e come esse è un processo sempre aperto e indefinito. Il rapporto fra soggetto e oggetto viene definito da Hartmann come una relazione fra strati diversi dell'essere e perciò cade all'interno dell'essere stesso. L'essenza di quello strato dell'essere che è lo spirito è appunto quella di rappresentare il mondo (Grundzüge der Metaphysik der Erkennens, 1921, Linee di metafisica della conoscenza; Zur Grundlegung der Ontologie, 1935, Fondazione dell'ontologia). In etica Hartmann concepisce la persona umana come l'ente al culmine del reale capace di accogliere l'appello dei valori, di cui rivendica il significato oggettivo e ontologico (Ethik, 1926). Fondamentali all'estetica sono le sue analisi del bello d'arte e di natura (Ästhetik, postumo, 1953).

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