Leavitt, David

scrittore statunitense (Palo Alto, California, 1961). Laureatosi a Yale, ha ambientato a New York le sue storie metropolitane di solitudini giovanili, di amori intensi e fugaci, di quotidiane angosce, di tentativi, spesso frustrati, di farsi strada nella vita. Indicato dalla critica come il caposcuola del ritorno al minimalismo, Leavitt ha esordito nel 1984 con Family Dancing (1984; Ballo di famiglia), ottenendo un grande successo di pubblico e di critica. I racconti che compongono la raccolta, costruiti con tecnica cinematografica, sono infatti teneri e ironici, vivaci eppure sommessamente desolati, come in una precoce consapevolezza del nulla che domina l'esistenza; specchio delle ansie di una generazione, essi mettono in scena conflitti e drammi familiari, la tragedia del cancro, la solitudine della metropoli, la difficoltà di affermare un'identità sessuale diversa. Intensi e misurati, questi racconti hanno fatto ipotizzare la nascita di un grande scrittore, nonostante il successivo libro e primo romanzo, The Lost Language of Cranes (1986; La lingua perduta delle gru), storia di una famiglia in crisi e dell'iniziazione sessuale del figlio, abbia in parte smentito questa previsione. Ma Leavitt è rimasto pur sempre l'esponente della corrente minimalista più noto e amato dal pubblico, posizione a cui egli stesso ha contribuito a dare consistenza teorica col saggio New Voices, Old Values (1985; Nuove voci, vecchi valori). Equal Affections (1988; Eguali amori) e A Place I've Never Been (1990; Un luogo dove non sono mai stato) ripropongono le stesse tematiche con un tono ancora più stanco: le piatte storie di claustrofobici amori, in ambientazioni piccolo-borghesi, testimoniano della resa del giovane minimalista alle leggi del mercato. Nel 1993 ha scritto While England Sleeps (Mentre l'Inghilterra dorme); il volume per il quale Leavitt è stato accusato di plagio, ha segnato il debutto dello scrittore nel romanzo storico e propone un parallelo tra la minaccia del nazismo nel periodo tra le due guerre mondiali e quella dell'AIDS nella comunità contemporanea degli omosessuali. Trasferitosi a Firenze nel 1994, ha scritto un piccolo libro di saggi sull'Italia: Italian Pleasures (Piaceri italiani). L'omosessualità, tema diventato sempre più importante nell'opera di Leavitt, è anche al centro della novella The Term Paper Artist rifiutata, perché reputata oscena, dalla rivista Esquire che l'aveva commissionata. Nel 1997 è uscito il romanzo Arkansas e nel 1998 The New Lost Generation (La nuova generazione perduta), una raccolta dei testi brevi, che hanno ancora una volta come tema i drammi del nostro tempo. Dopo The Page Turner (1999; Il voltapagine) e The Marble Quilt (2001; La trapunta di marmo), ha pubblicato Martin Bauman (2002), romanzo autobiografico ambientato nella società newyorkese degli anni Ottanta. Nel 2004 ha pubblicato The Body of Jonah Boyd (Il corpo di Jonah Boyd) e nel 2007 The Man Who Knew Too Much: Alan Turing and the Invention of the Computer (L' uomo che sapeva troppo. Alan Turing e l'invenzione del computer). Tra le ultime opere si ricordano i romanzi The Indian Clerk (2007, Il matematico indiano) e  The two Hotel Francfort (2013, I due hotel Francfort). Docente di scrittura creativa presso l'Università della Florida, Leavitt ha vissuto lungo in Italia, Paese al quale è molto legato e dove ha ambientato alcuni racconti. All'Italia, e in particolare alla Maremma, ha anche dedicato due opere, realizzate in collaborazione con Mark Mitchell: Italian Pleasures (1996) e In Maremma: Life and a House in Southern Tuscany (2011). 

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