Pontiniano
agg. e sm. [da pontino]. Il termine è stato proposto da A. C. Blanc nel 1939 per designare inizialmente le industrie rinvenute nella grotta del Fossellone al monte Circeo e successivamente esteso alle industrie musteriane del litorale pontino e del promontorio del Circeo. Si tratta di manufatti ricavati sui piccoli ciottoli silicei localmente disponibili. Il Pontiniano è stato tipologicamente accostato da M. Taschini al Musteriano del gruppo Charentiano di tipo Quina, ed è caratterizzato dalla scarsa utilizzazione della tecnica Levallois, dalla frequenza di raschiatoi, spesso trasversali, da poche punte, da piccoli manufatti su ciottolo (choppers echopping-tools talvolta ritoccati), oltre che da nuclei unipolari e discoidali. Secondo alcuni autori, come C. Tozzi, tali industrie non sono limitate alla costa meridionale del Lazio, ma si rinvengono anche in altre regioni italiane come la Toscana, la Campania e la Puglia. I giacimenti più importanti finora studiati, oltre al Fossellone, sono le grotte Guattari, Breuil edei Moscerini sul monte Circeo, quella di Sant'Agostino vicino a Gaeta e il sito del Canale delle Acque Alte sulla Pianura Pontina.