Potènza (città)
Indicecapoluogo della provincia omonima e della regione Basilicata, 819 m s.m., 173,97 km², 68.013 ab. secondo una stima del 2007 (potentini), patrono: san Gerardo (29-30 maggio).
Generalità
Città situata sulla sommità di una dorsale montuosa che si allunga parallelamente al corso del fiume Basento, tra i valloni Verderuolo e Betlemme. Il suo sviluppo demografico e urbanistico fu modesto fino alla seconda metà del sec. XIX, quando, superato il perimetro delle mura, ebbe luogo l'espansione dell'abitato a N (rione Santa Maria), con graduale saldatura al centro storico, e a S, verso il fondovalle del Basento. In questa zona la città si è ampliata soprattutto in seguito alle iniziative del Consorzio Industriale di Potenza, istituito nel 1959. Fu gravemente danneggiata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e dal terremoto del 1980. È sede vescovile e universitaria.
Storia
L'antica Potentia, ricordata nel sec. IV a. C., corrisponde verosimilmente al vasto insediamento venuto alla luce nei pressi di Vaglio Basilicata, in località Serra_di_Vaglio; la città, sorta intorno all'800 a. C., fu abbandonata per cause ignote verso il 250 a. C. e la popolazione si trasferì nel sito attuale. Florida cittadina durante l'età imperiale, conobbe un progressivo declino in seguito allo spostamento del centro della Lucania nella valle dell'Agri, a Grumentum. Saccheggiata dai Goti di Alarico (402), nel sec. VI fu annessa dai Longobardi al Ducato di Benevento e nell'847 entrò a far parte del Principato di Salerno, di cui seguì per lungo tempo le sorti. Risorse dopo il Mille, divenendo uno dei maggiori centri del giustizierato di Basilicata. Nel 1137 fu conquistata dall'imperatore Lotario e da Innocenzo II. Città demaniale sotto gli Svevi, fu centro dell'insurrezione ghibellina del 1268 e, rea di aver parteggiato per Corradino di Svevia, nel 1269 fu assediata e saccheggiata da Carlo I d'Angiò. Distrutta dal terremoto del 1273, venne ricostruita e infeudata al conte Giovanni Pipino (1301); fu possedimento dei Sanseverino (1340), di Stefano Voivoda (1356) e successivamente degli Origlia. All'inizio del sec. XV fu presa da Francesco Sforza e ceduta a Michele Attendolo; nel 1435 fu assegnata da Alfonso d'Aragona ai Guevara e nel 1604 passò ai Loffredo. Coinvolta nei moti antispagnoli del 1647-48 e distrutta dal terremoto del 1694, la città visse una lenta ripresa nel sec. XVIII. Tra i centri più dinamici del Meridione, partecipò ai moti repubblicani del 1799 e diede un notevole contributo alla causa risorgimentale; il 18 agosto 1860 fu la prima città dell'Italia meridionale a insorgere contro i Borbone.
Arte
Numerosi reperti venuti alla luce intorno alla cattedrale e il ritrovamento di una necropoli nei pressi dell'attuale piazza Crispi attestano la presenza di un insediamento già nel sec. IV a. C. Al periodo romanico risale la chiesa di San Michele (sec. XII), dalla semplice facciata tripartita da lesene e coronata da archetti; l'interno è di tipo basilicale, a tre navate divise da pilastri con tre absidi. La chiesa di San Francesco, eretta nel 1274 su un più antico oratorio, fu restaurata nel Novecento; nella facciata si apre un bel portale durazzesco in pietra calcarea e un portone con ante lignee intagliate (fine sec. XV); l'interno, a una navata con abside gotica, custodisce interessanti dipinti, resti di affreschi e sculture, tra cui il sepolcro rinascimentale di Donato De Grasis. Il duomo, dedicato a San Gerardo, risale ai sec. XII-XIII, ma fu ampiamente rimaneggiato alla fine del sec. XVIII da Antonio Magri, allievo del Vanvitelli; conserva sotto il presbiterio mosaici paleocristiani e, del periodo romanico, l'abside e un oculo nella facciata. Nella cappella di San Gerardo, dove sono custodite le sue reliquie, è conservata, in una nicchia sopra l'altare, un'antica statua lignea del santo; nella cappella del Sacramento si trova un bel tabernacolo rinascimentale in alabastro. La chiesa di Santa Maria del Sepolcro, edificata nel 1266 su un oratorio dei Templari, fu modificata nei sec. XV e XVII e restaurata nel sec. XX; nell'interno a due navate, la minore delle quali aggiunta nel Seicento, con interessante soffitto a cassettoni in legno dorato e abside sormontata da volta a semicupola, sono presenti importanti opere d'arte (un monumentale altare barocco conserva dal 1656 la reliquia del sangue di Cristo, portata dalla Palestina da Ruggero di Sanseverino). In località Malvaccaro sono i resti di una villa di epoca imperiale, con pavimento musivo e un'aula absidata con mosaico policromo.
Musei
Il Museo Archeologico Provinciale si articola in due sezioni: la prima è dedicata alla storia dell'archeologia in Basilicata, mentre la seconda conserva un'importante raccolta di reperti che documentano le vicende storiche e artistiche dell'antica Lucania, dalla preistoria fino all'epoca romana (preziose terrecotte, iscrizioni, monete, armi e il noto koûros, statua votiva in marmo pario raffigurante un uomo, del sec. VI a. C., proveniente dagli scavi di Metaponto).
Economia
Tradizionale mercato agricolo (con coltivazione di cereali, uva e olive) e zootecnico (bovini, ovini, suini ed equini), la città ha potenziato, negli ultimi decenni, la propria vocazione commerciale con il miglioramento delle vie di comunicazione. L'industria annovera stabilimenti attivi nei settori alimentare (pastifici e salumifici), metalmeccanico, chimico, elettrotecnico, edile, calzaturiero, tessile, dei materiali da costruzione, dell'abbigliamento e della lavorazione delle materie plastiche, del legno e della gomma. Importante è l'artigianato del legno, del cuoio, dei metalli e della terracotta, praticato ancora con metodi tradizionali.
Curiosità
La città ospita, in estate, la rassegna internazionale di musica etnica Suoni nel Basento, il sabato che precede la prima domenica di settembre il festival nazionale di arte pirotecnica Fuochi sul Basento, con l'assegnazione del Trofeo Madonna delle Grazie, e, a gennaio, il Potenza Film Festival, dedicato ai cortometraggi italiani e stranieri. Il 29 maggio, in occasione della festa patronale, si svolge la Processione dei Turchi, uno spettacolare corteo storico, che ricorda un'invasione dell'esercito ottomano e l'intervento del patrono san Gerardo in difesa della città. Vi nacquero il giornalista Renato Angiolillo (1901-1973) e l'uomo politico Emilio Colombo (1920).