Shindō, Kaneto

regista cinematografico giapponese (Hiroshima 1912-Tōkyō 2012). Assistente di K. Mizoguchi, sceneggiatore per K. Yoshimura con cui stabilì una fruttuosa collaborazione e fondò nel 1950 la Kindai Eiga Kyokai (Società del cinema moderno), esordì scrivendo e dirigendo l'autobiografico Racconto di una moglie amata nel 1951. L'anno seguente realizzò per il sindacato insegnanti I bambini di Hiroshima che, per l'estremo pudore nella trattazione della tragedia atomica, gli conquistò notorietà internazionale. Dopo una trilogia femminista (Storia di una vita, 1953; Rigagnolo, 1955; Solo le donne hanno dispiaceri, 1957) e una denuncia delle radiazioni radioattive (Il peschereccio Drago della Fortuna, 1959), dedicò ai ricordi della propria famiglia contadina Hadaka no shima (1960; L'isola nuda), film senza parole, sostentuto quasi interamente dalle musiche di Hikaru Hayashi; di grande raffinatezza formale, il film venne premiato al festival di Mosca del 1961. Le sue opere successive puntarono invece sul sensazionale: L'uomo (1962), Onibaba - Le assassine (1964) e Sesso perduto (1966), distribuiti sui nostri schermi, Conquista (1965), Yabu no Naka no Kuroneko (1967; Kuroneko). Negli anni Settanta tornò sceneggiatore per La battaglia di Okinawa, ma nel 1976 presentò al Festival di Cannes un documentario sul suo maestro Mizoguchi e, due anni dopo, realizzò un film ambizioso: La ballata solitaria di Chikuzan. Sempre con la Kindai Eiga, nel 1995 ha realizzato Gogo no yuigonjô (Un'ultima nota) e nel 1999 Ikitai (Volontà di vivere), presentato anch'esso al festival di Mosca. Nel 2003 ha diretto Fukurô (2003; Owl) e nel 2010 Ichimai no hagaki.

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