Stùparich, Giani
scrittore italiano (Trieste 1891-Roma 1961). Studiò all'Università di Praga, poi a quella di Firenze, dove si laureò nel 1915; volontario nella prima guerra mondiale, insieme con il fratello Carlo e con S. Slataper, ottenne la medaglia d'oro al valor militare. Allontanato dall'insegnamento per le sue idee antifasciste, nel 1944 fu arrestato dalle SS. Fu poi sovrintendente alle gallerie e ai monumenti di Trieste. La sua opera, pervasa da una robusta tensione etica, si ricollega idealmente al patriottismo risorgimentale e si concentra sul tema della “restaurazione dell'uomo”, nel quadro dello scavo interiore e dell'esame di coscienza che Stuparich condivise con gli altri moralisti della Voce. I volumi Colloqui con mio fratello (1925), Guerra del '15. Dal taccuino di un volontario (1931) e Ritorneranno (1941) costituiscono una sorta di trilogia sulla prima guerra mondiale, rievocata in una gamma di motivi che vanno dalla figura del fratello morto allo scabro diario di trincea, fino alla vita della città irredenta in attesa della liberazione. Nei racconti e romanzi di Stuparich (Racconti, 1929; Donne nella vita di Stefano Premuda, 1932; Nuovi racconti, 1935; Giochi di fisionomie, 1942; Stagioni alla fontana, 1942; L'isola, 1942; L'altra riva, 1944; Il ritorno del padre, 1961) l'esigenza etica entra in contrasto con l'urgenza delle passioni, analizzate con inquieta e mossa sensibilità. Tra gli altri scritti di Stuparich sono da citare i saggi La nazione czeca (1915) e Scipio Slataper (1922), il romanzo di gusto avveniristico e apocalittico Simone (1953) e il volume autobiografico Trieste nei miei ricordi (1948).