andino
IndiceLessico
agg. Delle Ande: vegetazione andina; clima andino; popolazione andina.
Culture andine. Vaso nazca a soggetto mitologico (Lima, Museo Archeologico).
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti
Orogenesi andina
"Per l'orogenesi andina vedi cartina al lemma del 2° volume." Ebbe inizio nel Giurassicoungo una fascia posizionata a W della zona che era stata interessata dall'orogenesi gondwaniana "Per l'orogenesi andina vedi il disegno a pg. 86 del 2° volume." , quando il grande continente australe di Gondwana non era ancora smembrato, per attivazione del margine occidentale del continente sudamericano. Circa 200 milioni di anni fa, infatti, la litosfera pacifica, di tipo oceanico, iniziò a scorrere al di sotto della litosfera continentale sudamericana. Questo processo di subduzione portò alla deformazione del prisma sedimentario al margine occidentale del Sudamerica e alla conseguente formazione della proto Cordigliera orientale, costituita da rocce sedimentarie intensamente deformate per pieghe e sovrascorrimenti verso E. In seguito a questo processo di sottoscorrimento, al largo della costa sudamericana si formò un arco magmatico (arco giurassico) in corrispondenza del quale si aveva la risalita di ingenti quantità di magmi andesitici, con la formazione di corpi batolitici e apparati vulcanici frequentemente sommersi (arco insulare). L'andesite è una roccia vulcanica tipica delle Ande, dalle quali prende il nome, che presenta una composizione mineralogica intermedia fra quella di un basalto e quella di un granito. Rocce andesitiche giurassiche sono ben conservate lungo le regioni costiere del Perú meridionale e del Cile settentrionale. Circa 100 milioni di anni fa, nel Cretaceo, si ebbe la formazione di un secondo arco magmatico, che si sviluppò parallelamente all'arco giurassico, tra questo e il continente. L'attività vulcanica di questo secondo arco magmatico, sempre a composizione andesitica, si esplicò prevalentemente sopra il livello del mare e diede origine a una imponente catena vulcanica, la cui massima attività si ebbe tra 50 e 60 milioni di anni fa. Gli apparati vulcanici dell'arco magmatico cretacico furono successivamente demoliti dall'erosione e le uniche tracce che rimangono della loro attività sono le radici intrusive dell'arco vulcanico, messe in luce dall'erosione, e visibili come piccoli corpi batolitici lungo l'attuale Cordigliera Occidentale. La risalita dell'ingente quantità di materiale fuso, che ha dato origine all'arco magmatico cretacico, ha provocato, in seguito al rigonfiamento e inarcamento della crosta, una ulteriore deformazione delle rocce che costituivano la catena orientale a pieghe, traslandole ulteriormente verso E. L'attuale arco magmatico, che costituisce la Cordigliera Occidentale, iniziò a formarsi circa 15 milioni di anni fa, in una posizione ancora più orientale rispetto all'arco magmatico cretacico. L'intensa attività magmatica, legata alla continua subduzione della litosfera pacifica al di sotto di quella sudamericana, ha portato in superficie ingenti quantità di materiale vulcanico, piroclastiti e lave andesitiche, formando i grandi edifici vulcanici della Cordigliera Occidentale, alcuni dei quali ancora attivi, che raggiungono quote al di sopra dei 6000 m s.m. Questa intensa attività magmatica provocò, in seguito all'inarcamento della crosta, intense deformazioni nel settore dell'altopiano andino e nella catena orientale. Le rocce sedimentarie costituenti la catena orientale a pieghe furono ulteriormente deformate; si originarono così faglie inverse e sovrascorrimenti che le traslarono ulteriormente verso E dando origine all'attuale configurazione strutturale della Cordigliera Orientale. L'ultima fase deformativa registrata nel settore andino è di tipo distensivo ed è legata alla generale tendenza al sollevamento di tutto il settore circostante l'arco magmatico attuale. Questo sollevamento origina tensioni nelle rocce e ne determina la conseguente formazione di faglie distensive. In questo modo nel settore dell'altopiano si sono generate lunghe depressioni, come quella che ospita il lago Titicaca, comprese tra faglie dirette (Graben).
Culture andine
L'area chiamata comunemente andina viene divisa in tre grandi settori: l'area delle Ande Settentrionali (Colombia, a W delle Ande, ed Ecuador); quella delle Ande Centrali (area andina vera e propria, Perú e Bolivia occidentale); e infine quella delle Ande Meridionali (Cile fino al Rio Maule e Argentina nordoccidentale). La Colombia presenta un'uniforme cultura di tipo circumcaribico, con la sola eccezione dei Chibcha o Muisca dell'altopiano di Bogotá, che possono essere considerati come gruppi più o meno andini, anche se con dieci secoli di ritardo rispetto alle Ande Centrali. La cultura Chibcha, pur non raggiungendo mai l'alto sviluppo di quella delle Ande Centrali (i resti archeologici sono infatti assai modesti), fu tuttavia la più elevata della Colombia, che non ebbe mai stili-orizzonte e i cui stili regionali furono sempre creazioni isolate. L'Ecuador, prima di essere conquistato nella parte sudoccidentale dagli Inca (ca. 1450), fu aperto a contatti esterni, forse anche transpacifici, poiché la ceramica, che apparve circa nel 3200 a. C., presenta tratti simili a quella giapponese del periodo Jōmon; ma nonostante queste aperture, nessuna cultura ecuadoriana può essere considerata come propriamente andina.
Culture andine: Periodo Formativo
Nell'area delle Ande Centrali, durante il Periodo Formativo (1250 a. C.-200 d. C.) sorse la prima civiltà-orizzonte dell'area andina, quella di Chavín de Huantan, città di pietra, con uno sviluppo prevalentemente sotterraneo, con gallerie perfettamente aerate, che costituiscono un capolavoro di ingegneria (la città si trova a 3177 m). Non sappiamo chi fossero i portatori della cultura Chavín, che ebbe una vasta diffusione: vi furono centri chavinoidi secondari a Cerro Sechín, Kunturhuasi e Kotosh, mentre la ceramica Cupisnique testimonia una espansione di Chavín verso la Costa Settentrionale, e influssi chavinoidi si trovano anche in area amazzonica. L'ultima fase del Periodo Formativo (200 a. C.-200 d. C.) ci è nota solo attraverso la ceramica e i pochi corredi tombali pervenutici; le più alte manifestazioni artistiche di questo periodo sono la ceramica di Recuay e quella di Paracas.
Culture andine: Periodo Classico
Durante il Periodo Classico (200-1000 d. C.), i progressi dell'agricoltura e il conseguente aumento della popolazione portarono al sorgere in tutta l'area delle prime città in adobe, con la costruzione di grandi edifici pubblici, come templi, fortezze e palazzi. Sulla Costa Settentrionale del Perú sorse la cultura Mochica, nota soprattutto attraverso la ceramica configurata e dipinta realisticamente, quasi tutta proveniente dalle tombe: benché in parte modellata a stampo, essa presenta una notevole varietà di soggetti, attraverso i quali vengono ricostruiti gli usi e i costumi del tempo (caratteristici sono i vasi-ritratto e i vasi pornografici). L'architettura in adobe non presenta tratti artistici notevoli, mentre molto elevate sono l'arte plumaria, la tessitura, la glittica e l'oreficeria. Sulla Costa Meridionale del Perú fiorì la cultura di Nazca, la cui ceramica, decorata secondo uno stile prevalentemente astratto, a differenza di quella Mochica presenta una gamma cromatica molto più estesa. Sono connessi coi Nazca i giganteschi disegni tracciati sul suolo della Pampa di Palpa, visibili nella loro totalità solo dall'aereo, e che sembra siano in relazione con un sistema astronomico-calendariale. Sulla Costa Centrale del Perú erano sorte intanto altre civiltà, una delle quali aveva sede nel luogo di un grande santuario, Pachacámac, dove si sono rinvenuti ex voto provenienti anche dalle zone più marginali dell'area andina e la cui ceramica può essere messa in relazione con gli stili proto-Lima. Presso l'odierna città di Lima sorge Cajamarquilla, forse un centro commerciale, il cui sottostile ceramico Nieveria presenta caratteri stilistici misti. Nella zona montana del Perú settentrionale Cajamarca è nota soprattutto per la sua ceramica, decorata secondo uno stile che è stato definito “corsivo”. Sugli altopiani meridionali dell'odierna Bolivia sorse la seconda civiltà-orizzonte del Perú, Tiahuanaco, imponente centro cerimoniale a 3900 m s.m., da cui si diffusero motivi decorativi geometrici che ricopersero tutta l'area, determinando il crollo degli stili locali. Questo momento segna per l'area delle Ande Centrali l'inizio della decadenza, poiché ben presto si arriva a un'uniformità standardizzata di forme e motivi ornamentali, che preludono alla produzione di massa del Periodo Postclassico. Non si conoscono i portatori della cultura Tiahuanaco, che riuscirono a imporre per motivi politici e religiosi i loro stili artistici anche a culture tradizionalmente libere nel campo artistico, come le culture Nazca e Mochica. La massima diffusione di questo stile è da mettere in rapporto con il centro fortificato di Huari (Ayacucho), da cui uno stile Tiahuanaco si diffuse a nord fino a Lambayeque e a sud fino al Cile settentrionale e all'Argentina nordoccidentale.
Culture andine: Periodo Postclassico
Nel Periodo Postclassico (1000-1532 d. C.) gli stili e i motivi decorativi si diffusero per mezzo delle guerre di conquista e, a eccezione dell'architettura, che raggiunse un livello altissimo, tutti gli altri generi artistici decaddero. Sorgono ora le grandi formazioni statali, fra cui sulla Costa Centrale il regno del Cuismancu, la cui manifestazione più conosciuta è la ceramica Chancay; quello dei Chincha sulla Costa Meridionale, di cui conosciamo la ceramica Ica; e quello del Gran Chimú, erede dei Mochica, su cui poi l'Impero incaico ricalcò probabilmente l'organizzazione sociale e politica. I resti della sua capitale Chan Chan si trovano nei pressi dell'odierna Trujillo. Le costruzioni erano in adobe e tapia (grandi blocchi di fango con impasti di vegetali, prodotti in casseforme o entro stuoie) cementate con fango e spesso anche l'intonaco era di fango. La ceramica era in genere nera e levigata e presenta una netta decadenza rispetto a quella Mochica, mentre i prodotti dell'oreficeria, della tessitura e dell'arte plumaria testimoniano il fasto della corte. Sugli altopiani, anteriormente all'Impero incaico non vi furono grandi formazioni statali. Presso il lago Titicaca si ebbe una fioritura artistica con le chullpas, costruzioni in pietra, di forma rotonda o quadrangolare, che a volte contengono tombe. Nella provincia di Canta (dipartimento di Lima) si trovano costruzioni molto simili, che vengono chiamate Kulpi. Intanto nella valle di Cuzco cominciava a formarsi la terza civiltà-orizzonte delle Ande Centrali, che faceva capo al clan Inca, la cui formazione dinastica sembra aver inizio nel sec. XIII d. C. Per mezzo delle conquiste militari gli Inca riuscirono a controllare un territorio vastissimo, fermati solo dagli indios delle selve orientali. L'arte dell'Impero incaico è caratterizzata da un grande sviluppo dell'architettura in pietra, mentre gli altri generi artistici (oreficeria, tessitura, ceramica e glittica) non furono altrettanto elevati, perché frutto di una grande produzione di massa, da cui emergono tuttavia veri e propri capolavori. L'architettura è il gioiello di questo periodo ed essa, più che a Cuzco, distrutta varie volte sia dagli Spagnoli sia da calamità naturali, può essere osservata a Machu-Picchu, i cui edifici sono quasi del tutto intatti. Nell'area delle Ande Meridionali si trovano alcuni gruppi, come i Diaghiti e gli Araucani, che furono conquistati dall'impero incaico verso la fine del sec. XV, ma che mantennero la loro cultura di tipo amazzonico, che non si eleva oltre il livello di modesto artigianato, a eccezione delle urne dei Diaghiti, che però presentano influssi delle Ande Centrali. Le Ande Meridionali costituiscono un'area marginale della civiltà andina, per cui non vi giunsero mai stimoli tali da favorire il formarsi di grandi civiltà.
W. C. Bennet, J. B. Bird, Andean Culture History, New York, 1949; J. A. Mason, Le antiche civiltà del Perú, Firenze, 1961; L. Lumbreras, De los pueblos, las culturas, y las artes del antiguo Peru, Lima, 1969; S. Waisbard, La città degli dei e dei re, Milano, 1981; Autori Vari, Splendori delle civiltà precolombiane, Novara, 1989; M. Coe, D. Snow, E. Benson, Atlante dell'antica America, Novara, 1989.