guazzo
Indicesm. [sec. XIV; latino aquatío-ōnis, il provvedersi d'acqua].
1) Quantità di liquido versato o caduto per terra, pozzanghera, pantano; fig., essere in un guazzo di sudore, essere sudato fradicio.
2) Tecnica pittorica che impiega colori sciolti in acqua e mescolati con biacca. §Il guazzo si differenzia dalla tempera in quanto la sostanza agglutinante è, invece della colla animale, la gomma arabica. Viene usato su carta e, più raramente, su intonaco asciutto; la gradazione del colore è data dalla quantità di bianco presente. Asciugando i colori si schiariscono, dando un effetto simile al pastello. La tecnica del guazzo, conosciuta già nell'antico Egitto, fu spesso accostata all'acquerello (per esempio da Dürer); ebbe grande successo fra i disegnatori francesi, specialmente nel sec. XVIII. Attualmente la si impiega soprattutto nella realizzazione delle scene di teatro.
3) Toscano, guado: “Poi si rivolse, e ripassossi il guazzo” (Dante).
4) Toscano, acquavite o spirito aromatizzato o altro liquore in cui si conserva la frutta: pesche, ciliegie in guazzo.