zincatùra
sf. [da zinco]. Rivestimento protettivo che si effettua generalmente su lamiere, tubi, fili di acciaio, per proteggerli dalla corrosione atmosferica e da parte dell'acqua. Si realizza per immersione in bagno di zinco fuso se si vogliono ottenere strati a spessori più elevati, fino a 50 μm (zincatura a caldo o a fuoco), mentre per piccoli spessori (2÷5 μm) si effettua per elettrodeposizione da appositi bagni in genere di solfato o di cianuro di zinco. Altri procedimenti atti all'ottenimento di strati di zinco sono quello termodiffusivo di cementazione (sherardizzazione) e quello a spruzzo di zinco fuso, particolarmente adatto per più parti dopo assemblaggio. La protezione che lo zinco esercita sull'acciaio è dovuta al fatto che, essendo meno nobile dell'acciaio, esso viene in certe condizioni attaccato prima che si manifesti azione corrosiva sull'acciaio, anche in presenza di porosità e di ampie zone scoperte; in altre condizioni invece l'interazione con l'ambiente comporta la formazione di uno strato passivo che protegge lo zinco sottostante e di conseguenza anche la base di acciaio. La durata dello strato di zincatura dipende, a parità di spessore, dall'aggressività dell'ambiente: per esempio, uno strato di 20 μm può durare ca. 20 anni in atmosfera rurale, ca. 10 anni in atmosfera marina e ca. 4 anni in atmosfera industriale.