Il teatro del primo Novecento e Paul Claudel
- Introduzione
- Il teatro della Belle Époque
- Alfred Jarry
- Paul Claudel
- Riepilogando
In sintesi
Redazione De Agostini
Il teatro della Belle Époque | La produzione è poco significativa e concede troppo al gusto del pubblico. Sono evidenti tre tendenze: il teatro d'idee, il teatro sentimentale e la commedia brillante, nella quale spiccano autori quali Georges Courteline (1858-1929), Tristan Bernard (1866-1947) e soprattutto Georges Feydeau (1862-1921), maestro del vaudeville. |
Alfred Jarry | Alfred Jarry (1873-1907) è autore del ciclo di Ubu re (1894-1901), che utilizza la deformazione verbale e una comicità grottesca e un po' macabra per rappresentare l'eterna imbecillità umana. |
Claudel | Paul Claudel (1868-1955) dopo un'adolescenza di rivolta si converte al cattolicesimo orientando in modo definitivo la sua attività umana e la sua opera letteraria. Come diplomatico vive a lungo in vari paesi del mondo. |
Opere poetiche | Cinque grandi odi (1910, Cantata a tre voci (1913). Il poeta è un profeta, che celebra il dialogo del mondo con Dio, l'armonia dell'intelligenza e della fede. Claudel utilizza il "versetto", un verso lungo, privo di rima, adatto a rendere l'integrazione tra poetico e prosaico della vita moderna. |
Opere teatrali maggiori | La fanciulla Violaine (1892), Crisi meridiana (1906), L'annuncio a Maria (1912), La scarpina di raso (1927), suo capolavoro. |
Temi e stile | Il conflitto tra peccato e anelito alla salvezza sfocia nel sacrificio espiatorio degli innocenti, che diventa fondamento di un ordine nuovo. L'ultima opera, incoerente e disordinata come la vita, è un esempio di teatro totale, che mette in scena il mondo intero. Presente in tutta la sua opera il simbolismo dell'acqua, elemento che ricongiunge l'individuo con la sua sorgente, dunque con tutte le anime, e rappresenta l'eternità, la comunione dei santi. |