Ìsili

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comune in provincia di Cagliari (69 km), 523 m s.m., 67,93 km², 3080 ab. (isilesi), patrono: san Saturnino (25 agosto).

Centro del Sarcidano, situato a N della Giara di Serri. Sorto in una zona di insediamenti preistorici e romani, nel Medioevo fece parte curatoria della Barbagia di Siurgus, compresa nel Giudicato di Cagliari. Dopo la conquista aragonese (1324) fu dato in feudo a Berengario Carroz, conte di Quirra (1363), e dal 1604 fece parte del Ducato di Mandas ed ebbe vari signori fino ai Tellez-Giron, che lo tennero fino all'abolizione dei feudi nel 1839.§ La parrocchiale di San Saturnino conserva dell'originaria struttura gotica il portale e l'atrio. Esempio di architettura popolare locale è la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, con due portici e un portale decorato da colonne tortili, nella facciata, e una grande cupola coperta da scaglie di ceramica. Il convento degli Scolopi (sec. XVII, restaurato) ospita il Museo per l'Arte del Rame e del Tessuto, che documenta l'evoluzione di due tradizioni artigianali di antiche origini. Nei dintorni si trovano numerosi siti archeologici tra cui il complesso nuragico trilobato di Is Paras, uno dei più belli dell'isola.§ L'economia, in parte agricola e pastorale, è caratterizzata dallo sviluppo del terziario, del commercio e dell'artigianato del rame, del legno e dei tessuti (tappeti, arazzi policromi e coperte); è attivo anche il turismo, escursionistico e sportivo con numerosi percorsi di arrampicata sportiva.

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