Ḥusayn, Saddam

uomo politico iracheno (Al-Awja 1937-Baghdad 2006). Condannato a morte per un attentato a Qasim nel 1959, riparò in Siria, poi al Cairo. Rientrato in Iraq nel 1963, fu vicesegretario del Bath nel 1964 e protagonista nella rivoluzione del 1968. Collaboratore del presidente Ahmed Hasan al Bakr, gli succedette nel 1979 come presidente della Repubblica e segretario del Bath. Nonostante la dura sconfitta inflittagli nel 1991 dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, Ḥusayn riusciva a mantenersi saldamente al potere. Nell'occasione, anzi, egli tentava di approfittare per portare un nuovo attacco alle popolazioni curde, ma doveva desistere anche perché gli veniva imposta una drastica limitazione dell'aviazione irachena all'interno dello stesso spazio aereo del Paese. Ma, più in generale, Ḥusayn. dava il via a una serie di piccole e grandi provocazioni, dal tentativo di impedire le ispezioni ONU agli impianti sospettati di produrre armamenti non convenzionali (1992), agli sconfinamenti in territorio kuwaitiano, ai movimenti di missili (1993). Atteggiamenti che portavano a nuovi interventi compreso un parziale bombardamento della stessa capitale, mentre l'ONU reiterava il più rigido embargo nei confronti dell'Iraq. Isolato sul piano internazionale, Ḥusayn. riusciva a mantenere la sua leadershipanche grazie a una forte repressione interna e a continui rimescolamenti nei gangli vitali dello Stato. L'indurimento del regime era confermato anche dalla defezione di due generi di Ḥusayn. che si rifugiavano in Giordania con le famiglie (agosto 1995). Si trattava di un colpo al carisma di Ḥusayn, al quale egli reagiva blandendo i fuggiaschi e convincendoli a rientrare, ma una volta tornati in Iraq li faceva uccidere (febbraio 1996). Questo era, però, solo uno dei segnali dello sgretolamento della stessa famiglia di Ḥusayn. poiché il suo primogenito veniva fatto oggetto di un misterioso attentato (dicembre 1996) ed egli nel gennaio 1997 faceva arrestare la propria moglie Sajida accusandola del complotto. Nel 1998 Ḥusayn provocava una nuova crisi a livello internazionale minacciando di ricorrere a "nuove strategie" contro l'embargo; si arrivava a una soluzione della crisi per vie diplomatiche scongiurando nuovi attacchi da parte delle forze statunitensi. Tuttavia nello stesso anno Ḥusayn sospendeva ogni tipo di collaborazione con i funzionari incaricati di eseguire ispezioni nelle basi militari irachene. Nuove crisi e nuovi attacchi da parte delle forze anglo-americane si alternavano negli anni seguenti spingendo così l'opinione pubblica a dubitare dell'efficacia delle sanzioni internazionali che sembravano gravare in gran parte sulla popolazione inerme. Nell'ottobre 2002 Ḥusayn indiceva un referendum per confermare il proprio governo e otteneva, come prevedibile, il 100% dei consensi. In seguito alla caduta del regime, nel dicembre 2003 Husayn veniva catturato dalle truppe statunitensi e nell'ottobre 2005 prendeva avvio il processo contro di lui che si concludeva con la condanna a morte per la strage di sciiti di Dujail. La morte per impiccagione è avvenuta il 30 dicembre 2006.

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