Agàtocle (tiranno di Siracusa)

(greco Agathoklḗs), tiranno di Siracusa (ca. 360-289 a. C.). Immigrato a Siracusa dalla Sicilia occidentale al tempo di Timoleonte ed esiliato dalle forze oligarchiche, divenne tiranno della città con l'appoggio dei suoi mercenari intorno al 317 a. C. Continuatore della politica dei due Dionisi e ideologicamente vicino ai Diadochi, Agatocle assunse intorno al 305 (secondo Diodoro XX, 54, I, già nel 307-306) il titolo di re, nello stesso periodo in cui lo assumevano Antigono Monoftalmo e Demetrio Poliorcete, e volle affermare il potere di Siracusa sui Greci di Sicilia e d'Italia. Egli mirava forse alla formazione di un solido Stato che comprendesse tutti i Greci d'Occidente e ne facesse una potenza capace di opporsi ai Cartaginesi. Fondamentale fu pertanto nella sua politica la lotta contro Cartagine, che egli condusse, con vari esiti (realizzò anche una spedizione in Africa), dall'inizio della sua tirannide fino al 307 a. C. e che aveva in progetto di riprendere allorché lo colse la morte. In Italia, dove fu chiamato fin dal 303 dai Tarantini e dove intervenne intorno al 300, si atteggiò a difensore delle città greche contro i Lucani e i Bruzi. Nello stesso periodo, alleato di Pirro, che ne sposò la figlia, conquistò Corcira. Più tardi, rinnegata tale alleanza politica e familiare, si accostò, probabilmente in funzione anticartaginese, a Demetrio Poliorcete. La morte troncò i suoi progetti. Nel testamento Agatocle dispose affinché venisse restituita la libertà a Siracusa.

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