(Azärbaycan Respublikası). Stato dell'Asia occidentale (86.600 km²). Capitale: Baku. Divisione amministrativa: unità amministrative (4). Popolazione: 9.898.100 ab. (cens. 2018). Lingua: azero (ufficiale), russo. Religione: musulmani (sciiti 63%, sunniti 33%), ebrei 0,2%, altri 3,8%. Unità monetaria: manat (100 gopik). Indice di sviluppo umano: 0,757 (80° posto). Confini: Georgia e Russia (N), Mar Caspio (E), Iran (S) e Armenia (W). Membro di: Consiglio d'Europa, CSI, EBRD, OCI, ONU e OSCE, osservatore OAS, osservatore WTO.

Generalità

L'Azerbaigian è considerato uno dei luoghi in cui la presenza umana risale ai tempi più antichi, una vera e propria culla dell'umanità. Ricchissimo di reperti archeologici, il sottosuolo azero ha nascosto per lungo tempo diverse testimonianze che, oggi, permettono di far risalire i primi insediamenti a circa 1,8 milioni di anni fa. Di origini remote è anche il significato del suo nome: si tratta di una duplice origine. Da un lato azer significa “fuoco”, in quanto le antiche popolazioni stanziate in questa regione adoravano questo elemento quale un dio; dall'altro az, che nelle lingue di ceppo turco vuole dire “di buone intenzioni”, “di successo”, per cui azer identifica chi è capace, coraggioso, e, per estensione, in grado di custodire il fuoco. In epoca recente, tuttavia, l'elemento che pare contraddistinguere, nel bene e nel male, il destino di questo Paese e che, non solo metaforicamente, può permettere di mantenere accesoi il “fuoco” di questa terra, è piuttosto il petrolio. Cardine del sistema economico-commerciale azero e ancora di salvataggio a cui più volte l'Azerbaigian si è aggrappato lungo i decenni travagliati del Novecento, l'oro nero è anche la causa prima della devastazione ambientale che caratterizza le coste della penisola di Apšeron, la regione di Baku, le acque del Caspio, tanto da regalare a quest'area il triste primato di zona fra le più inquinate del mondo. Un'emergenza a cui, prima o poi, il Paese dovrà far fronte in maniera decisa e concreta, anche per poter assicurare alla propria gente quel futuro di benessere finora solo sognato. Secondo Freedom House, organizzazione non governativa internazionale che conduce attività di ricerca su democrazia, libertà politiche e diritti umani, l’Azerbaigian deve essere classificato come paese “non libero” (al confine con “parzialmente libero”) nonostante possieda molte istituzioni formali della democrazia.

 

Lo Stato

Già Repubblica sovietica, l'Azerbaigian si è proclamato indipendente il 30 agosto 1991. Nel 1995 è entrata in vigore una nuova Costituzione che ha reso il Paese una Repubblica presidenziale; la più alta carica dello Stato, a capo anche dell'esercito, è eletto, a suffragio diretto, per cinque anni; inoltre detiene il potere esecutivo unitamente al Consiglio dei ministri, nominato dal Presidente stesso e guidato dal primo ministro. L'Assemblea legislativa, anch'essa in carica per cinque anni, è composta da 125 membri. Il territorio azero comprende la regione della capitale Baku, la regione Naxçivan, al confine con l'Iran, e una serie di altri territori dipendenti (6 città e 59 regioni). Nel territorio azero si trova anche il Nagorno-Karabah, enclave abitata in prevalenza da armeni. Il sistema giudiziario è amministrato dalla Corte Suprema e dalla Corte d'Appello. Alcune materie particolari previste dalla Costituzione sono sotto la giurisdizione della Corte Costituzionale, mentre per le questioni di affari e finanza, a giudicare è la Corte Economica. L'apparato militare comprende i tre corpi tradizionali e il servizio di leva dura 18 mesi (12 per i laureati). Centro culturale di riferimento per molti musulmani dell'impero russo prima del 1918, organizzato successivamente a livello educativo secondo il sistema sovietico, l'Azerbaigian ha operato, a partire dagli anni Novanta del Novecento, una cospicua riforma nel campo dell'istruzione. Il ciclo primario, inizia all'età di 6 anni e si conclude dopo 4 anni; l'istruzione secondaria inizia all'età di 10 anni e comprende un primo ciclo della durata di 5 anni e un secondo della durata di 2 anni. L'istruzione superiore si svolge presso numerose università e diversi istituti di ricerca coordinati dall'Accademia Nazionale delle Scienze di Baku. Tra i più importanti (tutti a Baku) l'Accademia Petrolifera, le università di Medicina e di Economia. Fuori dalla capitale si trovano, per esempio, l'Accademia di Agricoltura e l'Uuniversità di Tecnologia a Gäncä. Il tasso di analfabetismo riguarda lo 0,2% della popolazione.

Territorio: geografia fisica

Il territorio, esteso a N sull'estremità orientale del Grande Caucaso e a S sui rilievi del Piccolo Caucaso, è occupato nella zona mediana dall'ampia valle del fiume Kura, che qui riceve da destra l'apporto del fiume Aras; il litorale caspico, in genere pianeggiante, si articola nella penisola di Apšeron e nelle baie di Baku e Kirov. Il clima presenta caratteri assimilabili agli standard continentali, ma notevoli sono le differenze tra le varie regioni in termini di temperatura e precipitazioni.

Territorio: geografia umana

Le vicende demografiche che nel tempo hanno caratterizzato l'Azerbaigian sono comuni a gran parte dei Paesi dell'area caucasica e centro-asiatica. Terre di conquista, di passaggio o di commistione fra tribù nomadi, popoli, imperi, queste regioni sono il risultato di una combinazione etnica e culturale senza pari. Per contro hanno scontato, e continuano a scontare, gravi difficoltà nella formazione di proprie identità nazionali e unità territoriali. Va detto che il controllo egemonizzante esercitato dall'URSS ha costituito fino al 1991, anno dello scioglimento dell'Unione Sovietica e della formazione della CSI, il collante in grado di contenere tensioni e spinte autonomistiche in tutta l'area. La maggioranza della popolazione è azera (91,6%), ma vi sono importanti minoranze lesghe (2%), russe (1,3%), talishe (1,3%) e armene (1,3%) dislocate in larga parte nel Nagorno-Karabah. La densità di popolazione è di 114,34 ab./km². Particolarmente complessa, dal punto di vista del popolamento, è la situazione della provincia autonoma del Nagorno-Karabah che, dotatasi nel 2006 di una Costituzione propria, dal 1988 al 1997 è stata teatro di un grave scontro di nazionalità tra armeni, che rivendicavano l'unione con l'Armenia, e azeri, fuggiti in massa da questa regione. Città principali, oltre alla capitale Baku, che è anche porto e aeroporto principale e che, nel suo agglomerato urbano, conta circa un quarto della popolazione totale, sono Gäncä e Sumqayit, entrambe importanti centri industriali con ca. 300.000 ab. La popolazione urbana dell'Azerbaigian rappresenta ca. il 52,9% sul totale.

Territorio: ambiente

In Azerbaigian il tipo di vegetazione più diffusa è costituita da foreste e steppe. Nelle regioni montane del Caucaso, a N, e sul confine meridionale con l'Iran, gran parte dei versanti è riservato ai pascoli, mentre le pianure centrali accolgono diversi tipi di coltivazioni. L'inquinamento è uno dei maggiori problemi in Azerbaigian. La contaminazione dell'aria, del suolo e dell'acqua, causata dall'estrazione del petrolio, tocca in alcune zone, livelli di emergenza; anche i rifiuti delle lavorazioni industriali costituiscono una seria minaccia per l'aria e le acque delle falde interne e del Mar Caspio. Nel Paese vi sono sei parchi nazionali e venti riserve naturali. In totale la percentuale di aree protette è pari al 6,2% del territorio.

Economia

La situazione politico-militare, creatasi nell'ultimo decennio del XX sec., ha avuto conseguenze catastrofiche sull'insieme dell'economia del Paese, che ha evitato il collasso solo in virtù della produzione petrolifera. Il dissolvimento dell'URSS e il contestuale scoppio delle tensioni tra gli Stati dell'area caucasica hanno infatti mutato gli equilibri economici e commerciali consolidatisi lungo il Novecento, creando una situazione di difficoltà da cui l'Azerbaigian sta ancora tentando di liberarsi. La produzione agricola, voce importante del PIL nel 1991 con il 34%, ha ridotto il proprio apporto specifico (6,2%), restando tuttavia un comparto di grande importanza con oltre il 39% della forza lavoro. Basata su cereali, colture industriali (cotone, tabacco) e ortofrutticole irrigue, conta anche una notevole produzione vitivinicola. L'agricoltura intensiva è praticata sui rilievi settentrionali (tabacco e piante aromatiche) e sul litorale caspico (agrumi, tè). L'allevamento ovino e caprino, che fra i propri prodotti annovera un'ottima qualità di lana che alimenta le lavorazioni tessili interne e le esportazioni, è praticato nelle zone aride, con transumanza estiva verso i rilievi. Importante, anche se fortemente specializzata, è la bachicoltura. La pesca si effettua nel Mar Caspio: le quantità di pescato sono totalmente utilizzate per il consumo interno anche se l'inquinamento ingente degli ultimi decenni sta provocando gravi ripercussioni sull'ecosistema lacustre. Il settore industriale si articola in diversi campi, dalla siderurgia e metallurgia ai prodotti chimici ed edili, ma l'attività più sviluppata e redditizia è senza dubbio l'estrazione di petrolio e gas naturale. Già agli inizi del Novecento quest'area era fra i principali distretti estrattivi del mondo e ha continuato a svilupparsi e a mantenere tale ruolo fino a oggi, anche grazie alla costante scoperta di nuovi giacimenti, soprattutto nel Caspio, e agli investimenti stranieri, in particolare statunitensi, russi, mediorientali ed europei. L'interesse e le risorse estere sono stati fondamentali per esempio per la costruzione e messa in attività nel 2006 dell'oleodotto di 1770 km Baku-Ceyhan, che, attraverso la Georgia, trasporta il petrolio fino al Mar Mediterraneo, in Turchia. Le risorse del sottosuolo sono costituite inoltre da rame, zinco, piombo, manganese, ferro, che a loro volta alimentano i comparti industriali del settore. Operano inoltre industrie alimentari, tessili, di frigoriferi e condizionatori, lavorazione del tabacco e industrie meccaniche. Sul versante degli scambi commerciali gli ultimi anni hanno fatto registrare una contrazione delle relazioni con le vicine repubbliche ex-sovietiche e una diminuzione progressiva dei flussi verso i mercati russo e ucraino, in direzione dei quali si dirigeva gran parte delle produzioni dei settori primario e secondario. Le contromosse attuate dal governo hanno consentito di proseguire il processo di transizione verso un'economia di mercato: riforma del sistema fiscale, lotta alla corruzione, privatizzazione di molte imprese, liberalizzazione dei prezzi e dei commerci con l'estero, hanno sostenuto la crescita economica (PIL al 45.418 ml $ USA e PIL pro capite al 4.569 $ USA, nel 2018) e permesso di dirigere gli sforzi verso l'ammodernamento e la ristrutturazione anche del settore pubblico. I principali partner commerciali sono l'Italia, la Francia, la Repubblica Ceca e l'Iran, in cui l'Azerbaigian esporta idrocarburi, tessili e macchinari, mentre da Russia, Regno Unito, Turchia e Germania importa soprattutto beni derivati dal greggio, alimentari e chimici. Il trasporto su gomma è la modalità più utilizzata sia per le merci sia per le persone, potendo contare su 56.891 km di strade di cui ca. 30.000 asfaltati. Le direttrici ferroviarie principali sono due: una corre lungo la valle del Kura e collega Baku a T'bilisi, in Georgia, e l'altra costeggia il litorale caspico. L'Azerbaigian, complici le note vicende politiche, è finora rimasto escluso dagli itinerari del turismo internazionale.

Storia

Acquisita l'indipendenza nel 1991, nel quadro del crollo dell'Unione Sovietica di cui costituiva una Repubblica, il giovane Stato ha dovuto immediatamente affrontare il grave problema rappresentato dal Nagorno-Karabah, un'enclave dove la maggioranza armena era in rivolta dal 1988. L'indipendenza dall'URSS, infatti, rendeva più acuto il conflitto determinando un'accelerazione dello scontro interno e uno stato di guerra, sia pure non formalmente dichiarata, con l'Armenia. I rovesci militari nel Nagorno-Karabah influivano direttamente sulla vita politica dell'Azerbaigian determinandone una forte instabilità. Si sviluppava così una confusa vicenda politica, nella quale il Fronte Popolare aveva buon gioco a chiedere le dimissioni del presidente Ayaz Mutalibov dando vita a un braccio di ferro con il Parlamento, costretto a cedere i suoi poteri (maggio 1992) al Melli-Medijlis, un'assemblea formata da notabili fedeli al vecchio esponente comunista Geidar Aliev e da esponenti radicali del Fronte Popolare. Ma nemmeno il leader del Fronte Popolare, Ebulfez Elcibey, eletto presidente il mese successivo, riusciva a modificare le sorti dello scontro in atto con gli Armeni e, dopo un ennesimo rovescio, era costretto alla fuga dalla folla inferocita della capitale. Aliev veniva così proclamato presidente dell'Azerbaigian dal Melli-Medijlis e confermato (ottobre 1993) dal voto popolare. I repentini cambi al vertice dell'Azerbaigian, tuttavia, non si dimostravano sufficienti a sovvertire le sorti del conflitto, tanto che gli Armeni, oltre che il Nagorno-Karabah, riuscivano a conquistare un terzo del territorio azero, mentre non avevano seguito le iniziative negoziali avviate dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) sin dal 1992. In tale situazione l'Azerbaigian siglava, comunque, importanti contratti per lo sfruttamento dei suoi giacimenti petroliferi nel Mar Caspio. Ciò, tuttavia, non influiva sulla stabilità politica del Paese, la cui capitale era oggetto di attentati ai quali si sovrapponevano alcuni tentativi (1994-95), peraltro falliti, di rovesciare Aliev. Questi riusciva in qualche modo a rafforzare il suo potere facendo approvare una nuova Costituzione in senso presidenzialista, mentre il suo partito, Nuovo Azerbaigian (Ya), conquistava la maggioranza dei 125 seggi previsti nel nuovo Parlamento (febbraio 1996). Nel frattempo, nell'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabah le elezioni presidenziali vedevano la vittoria del leader separatista armeno Robert Kocharyan (1996), la cui successiva nomina a primo ministro dell'Armenia (1997) determinava nuovi violenti scontri tra i due Paesi. Il presidente Aliev, cercate soluzioni pacifiche al conflitto, finalmente nello stesso anno sembrava trovare una risoluzione al problema dell'indipendenza del Nagorno-Karabah con un accordo che vedeva l'Azerbaigian ritirare le proprie truppe e concedere l'autonomia alla regione. Le elezioni presidenziali dell'ottobre 1998, boicottate dall'opposizione e inquinate da pesanti brogli, riconfermavano la supremazia di Aliev (76,1%), provocando un rimpasto del governo presieduto dal 1996 da A. Rasizade. Le elezioni politiche del 2000 vedevano un'ulteriore conferma alla linea politica adottata dal partito del Nuovo Azerbaigian, decretandone la vittoria insieme e la nomina a presidente del Parlamento del suo leader, Ilham Aliev, figlio del presidente della Repubblica Geidar Aliev. Nel 2003 Geidar Aliev moriva e si svolgevano nuove elezioni, contestate dall'opposizione: Ilham Aliev veniva eletto presidente della Repubblica. In un clima di crescente contestazione le elezioni amministrative del 2005 confermavano il Nuovo Azerbaigian, tuttavia l'Osce definiva il voto non conforme agli standard di democrazia. Nel biennio 2006/2007 il Paese godeva di un notevole svuluppo economico sostenuto dalle quotazioni del greggio e dagli investimenti stranieri nel settore petrolifero. Nel luglio 2007 nella regione autonoma del Nagorno-Karabah si svolgevano le elezioni presidenziali che vedevano la vittoria dell'ex capo delle forze di sicurezza della regione, Bako Sahakyan. L'anno seguente, in ottobre, il presidente I. Aliev veniva riconfermato nelle elezioni presidenziali, anche questa volta criticate dall'opposizione e da osservatori internazionali. Nel marzo 2009 più del 90% degli elettori approvava con un referendum una modifica della costituzione che garantiva al presidente Aliev di ricandidarsi illimitate volte. In luglio i presidenti di Azerbaigian e di Armenia, alla presenza del presidente russo D. Medvedev si impegnavano a risolvere pacificamente la questione del Nagorno-Karabakh. Il partito di maggioranza del presidente Aliev vinceva le elezioni legislative del novembre 2010, mentre l'opposizione accusava brogli e irregolarità. Continuavano intanto le tensioni con la regione del Nagorno-Karabah, nella quale si svolgevano le elezioni legislative, considerate illegali dal governo di Baku. Il partito di Aliev otteneva la maggioranza dei seggi anche alle elezioni del 2015, che vedevano il politico azero ancora una volta eletto alla presidenza del Paese. Attraverso un referendum popolare indetto nel settembre 2016, il 91% della popolazione azera dava il proprio consenso all’introduzione di riforme che avrebbero  conferito poteri ancora più ampi al presidente Aliev, e  avrebbero agevolato il meccanismo di trasmissione del potere ai figli. Nell’aprile 2018 Aliev veniva eletto per il quarto mandato con una larga maggioranza (86% dei voti), ma ancora una volta le consultazioni elettorali erano viziate da gravi irregolarità.

Cultura: generalità

Le tradizioni dell'Azerbaigian affondano le proprie radici nella stessa commistione di culture, lingue e costumi da cui originano tutte le contraddizioni e le peculiarità del Paese odierno. La tradizione letteraria dell'Azerbaigian nasce nel Medioevo, raggiungendo con autori come il romanziere Nezāmī Gäncävi (1140-1209) rinomanza in tutta l'area geografica della Transcaucasia e oltre fino alla Turchia (il dialetto azerbaigiano, o azero, fu impiegato come lingua letteraria perfino nell'epoca classica della letteratura turca, nei sec. XV-XVI). Il teatro ha avuto nei secoli successivi un ruolo importante nel quadro della letteratura dell'Azerbaigian: l'azero è ritornato a essere lingua letteraria con le opere del drammaturgo Mirza Fatali Akhundov (1812-1878). Tra le espressioni più caratterizzanti della cultura c'è la musica, il cui genere folclorico di più duratura fortuna è il mugam, tradizionalmente eseguito da un cantore itinerante, l'ashug, spesso con l'accompagnamento del caratteristico strumento a corde, il kobuz: tra gli interpreti contemporanei di questa forma musicale gode fama internazionale A. Qasimov (n. 1957), cui è stato assegnato nel 1999 il premio UNESCO per la musica. Nel campo della musica colta si è evidenziata l'opera di K. Karayev (1918-1982). Nel campo del cinema si ricorda il film Nabat del regista azero Elchin Musaoglu, presentato in occasione della prima edizione del Festival internazionale del cinema italo-azerbaigiano di Baku nel 2017. Nel campo delle arti applicate sono particolarmente apprezzate le tradizionali manifatture di tappeti site a Guba, Baku, Shirvan, Gäncä, Tabriz. Tra gli artisti di più recente affermazione si ricordano Kanan Aliyev, Ulviyya Aliyeva, Zarnishan Yusifova, Zeigam Azizov e Orkhan Mammadov. La maggior parte dei musei e delle gallerie si trova nella capitale, e fra i più importanti si segnalano il Museo Nizami della Letteratura dell'Azerbaigian, il Museo Nazionale d'Arte e il Museo dei Tappeti. La cucina del Paese si basa essenzialmente sulla carne, di agnello o montone, accompagnata da riso e spezie: dolma e plov, i piatti classici più diffusi. In Azerbaigian sono presenti tre siti Patrimonio dell'umanità UNESCO: la città fortificata di Baku (2000), il paesaggio culturale d'arte rupestre di Gobusan (2007), e il centro storico di Şeki con il palazzo del khan (2019).

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