Béjart, Maurice

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nome d'arte del ballerino e coreografo francese Maurice-Jean Berger (Marsiglia 1927-Losanna 2007), figlio del filosofo Gaston Berger. Primi studi a Marsiglia, poi all'Opéra di Parigi (Ljubov Egorova, Nora Kiss) e a Londra (con Vera Volkova). Dopo il debutto e una prima brillante carriera come ballerino, esordisce come coreografo nella stagione 1951-52 con L'inconnu, all'Opera Reale di Stoccolma. Successivamente fonda a Parigi, nel 1953, con lo scrittore Jean Laurent, Les Ballets de l'Ètoile (dal 1957 Ballet-Théâtre de Paris) per i quali realizza, sulla musica concreta di Pierre Henry e Pierre Schaeffer, il balletto Symphonie pour un homme seul (1955), considerata fra le sue opere più significative. Nel 1959 la sua versione de Le sacre du printemps di Igor Stravinskij, presentata a Bruxelles, ottiene uno strepitoso successo divenendo il trampolino di lancio del Ballet du XXe Siècle, compagnia formatasi nel 1960 e il cui nome resterà per oltre 25 anni indissolubilmente legato a quello del coreografo marsigliese. Con questa compagnia, negli anni Sessanta e Settanta – sull'onda montante dei movimenti di contestazione e di un nuovo interesse per le discipline artistiche e filosofiche orientali – Béjart darà la scalata alle più alte vette della popolarità di massa, portando le sue spettacolari composizioni nei maggiori teatri europei, ma anche nelle piazze e nei palazzi dello sport, raccogliendo un nuovo enorme pubblico attratto dall'efficace cocktail di ingredienti filosofico-spettacolari: un brillante, talvolta esasperato virtuosismo tecnico, fondato sul vocabolario della danza accademica (ma con alcune interessanti forzature), un'attenzione costante per l'Oriente e per i temi relativi alla liberazione emotiva e sessuale e una continua tensione verso una forma di “teatro totale” di ispirazione, almeno idealmente, wagneriana. Nel 1988 ha lasciato Bruxelles e ha stabilito a Losanna la sede della sua nuova compagnia, il Béjart Ballet Lausanne, che ha poi sciolto nel 1992 per fondare, sempre a Losanna, il centro di formazione interdisciplinare Rudra, sede anche di una compagnia in scala ridotta depositaria esclusiva delle sue creazioni. Nell'enorme catalogo dei suoi lavori si distinguono per notorietà: Bolero (1960), Nona Sinfonia (1964), Romeo e Giulietta (1966), Messe pour le temps présent (1967), Bhatki (1968), Stimmung (1972), Le marteau sans maître (1973), Per la dolce memoria di quel giorno (1974), Notre Faust (1975), Petruška (1976), Golestan (1977), Gâité parisienne (1978), Dionysos (1984), Der Ring (1990), Nijinsky Clown Dieu (1990), Pyramides (1990), Mort Subite (1991), Maurice Béjart (co-choreographer) (1991), Ballade de la rue Athina (1994), King Lear (1994), Les Chaises (1994), L’Heure exquise (1998). Prima di morire stava lavorando a un nuovo balletto Il giro del mondo in 80 minuti.

Bibliografia

M. Lobet, Le ballet français d'aujourd'hui, de Lifar à Béjart, Bruxelles-Parigi, 1958; A. Testa, voce Béjart, vol. aggiornamento “Enciclopedia dello spettacolo”, Roma, 1966.

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