Bauer, Otto

teorico marxista e dirigente della socialdemocrazia austriaca (Vienna 1882-Parigi 1938). Assai giovane si dedicò all'analisi dei problemi sociali, divenendo un militante del partito socialdemocratico e iniziando un'attività di pubblicista sui principali giornali socialisti austriaci, che lo portò ben presto a qualificarsi come uno dei più significativi esponenti dell'austromarxismo. Segretario del gruppo parlamentare socialista dal 1904, con la sua prima opera organica Die Nationalitätenfrage und die österreichische Sozialdemokratie (1906; La questione nazionale e la socialdemocrazia austriaca) affrontò il problema dello sviluppo della nazionalità, intesa come valore etico-sociale da affermare in connessione col raggiungimento degli ideali socialisti. Richiamato alle armi nel 1914, rimase prigioniero in Russia, dove poté conoscere direttamente il bolscevismo; al suo ritorno in patria divenne leader dell'ala sinistra del partito socialista, operando attivamente per la formazione di una repubblica socialista e per il completo raggiungimento dell'autodeterminazione delle nazionalità. Ministro degli Esteri nel 1918, tentò di arrivare all'Anschluss, inteso come tappa dell'ascesa del proletariato austriaco, nel conseguimento dell'unità nazionale con la Germania guidata dalla più matura socialdemocrazia weimariana. Fedele ai principi democratici e ostile ai comunisti, non si oppose con la mobilitazione delle masse alla marea montante dei movimenti reazionari. Subì così la repressione di Dollfuss e andò in esilio a Brno (Cecoslovacchia) nel 1934; da qui, nel 1938, passò a Parigi, continuando però a dirigere il partito socialista austriaco clandestino e dedicandosi ai problemi dell'Internazionale socialista.

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