Bertinotti, Fausto

sindacalista e uomo politico (Milano 1940). Socialista, diveniva sindacalista dei tessili nel 1964 e nel 1970 entrava nella segreteria regionale della CGIL del Piemonte. Dal 1985 nella segreteria nazionale della CGIL, assumeva delle posizioni estremamente rigide. Nella trasformazione del PCI (cui aveva aderito nel 1971 dopo una breve militanza nel PSIUP) in PDS.. Bertinotti rimaneva all'interno della nuova formazione politica, ma nel 1993 se ne staccava per passare a Rifondazione Comunista, divenendone segretario generale in occasione del II congresso (gennaio 1994). Sotto la sua guida il partito coglieva un buon successo nelle elezioni politiche del 1994 e nelle regionali del 1995. Un risultato che veniva confermato anche nelle elezioni politiche anticipate del 1996, in occasione delle quali siglava un patto di desistenza con l'Ulivo entrava a far parte della maggioranza, con cui spesso si trovava in disaccordo. Nell'ottobre del 1998, la sua determinazione a uscire dalla maggioranza e a votare la sfiducia al governo, appoggiata anche dalla maggioranza del Consiglio nazionale di Rifondazione Comunista, ha portato a una scissione nel partito e alla creazione di una nuova formazione politica, il Partito dei Comunisti Italiani, guidata da A. Cossutta. Nel congresso di Rimini del 2002 è stato riconfermato alla guida del partito. Dal 2006 al 2008 è stato presidente della Camera, mentre nelle elezioni politiche del 2008, candidatosi premier per la Sinistra Arcobaleno, non è riuscito a essere eletto. Nello stesso anno diventava presidente della Fondazione Camera dei Deputati per la XVI legislatura.

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