Blasétti, Alessandro

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regista cinematografico italiano (Roma 1900-1987) . Eclettico ed esuberante, fu con M. Camerini la voce del cinema nazionale nel primo decennio sonoro. Una voce che confluì talvolta in quella del regime fascista (Vecchia guardia, 1935) ma più sovente espresse il risvolto borghese di una società e di un periodo che la propaganda avrebbe voluto “eroici”. Ricreò invece una realtà quotidiana piuttosto dimessa (da La tavola dei poveri del 1932 a Quattro passi fra le nuvole del 1942), oppure ripropose in forme spettacolari antichi sogni di gloria, quali miti irraggiungibili dal modesto e vessato cittadino medio (Ettore Fieramosca, 1936; Un'avventura di Salvator Rosa, 1940; La corona di ferro, 1941). Con 1860, epopea garibaldina che nel 1934 risultò abbastanza allusiva di problemi storici e sociali irrisolti, mediava le due tendenze e perveniva al suo più alto risultato. Caduto il fascismo, fu colto di sorpresa dal neorealismo esploso con la Liberazione (Un giorno nella vita, 1946). Da Prima comunione (1950) a Io, io, io... e gli altri (1966), proseguì in tono moralistico il discorso sull'egoismo borghese, mentre col suo mestiere di regista anticipava diverse mode: il film a episodi con Altri tempi (1952) e la rivista-sexy con Europa di notte (1959). Ha lavorato anche per la televisione.

Bibliografia

G. Vittorini, Film index: Alessandro Blasetti (1929-1952), in “Cinema”, Milano, 1952; A Pietrangeli, Quattro passi fra le nuvole, in “Antologia di Bianco e Nero (1937-1943)”, vol. III, Roma, 1964; G. Gori, Alessandro Blasetti, Casellina di Scandicci, 1983.

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