Bona Dea

divinità romana venerata il primo maggio e in un giorno imprecisato di dicembre. Entrambi i culti avevano un carattere esoterico, almeno nel senso che ne erano rigorosamente esclusi gli uomini. Il culto di maggio aveva luogo in un tempio posto alle pendici dell'Aventino; quello di dicembre nella casa del console in carica: avveniva di notte ed era celebrato dalla moglie del console alla presenza delle vestali. Gli unici tratti di esoterismo nel culto di Bona Dea che conosciamo, oltre all'esclusione degli uomini, sono: il nome della dea, un nome generico e impersonale, che celava la sua segreta identità; una lingua segreta che designava con un nome insolito (damium) il sacrificio di un maiale tributato alla dea, e chiamava “latte” il vino e “mellario” il recipiente che lo conteneva. Un mito mette Bona Dea in relazione con Fauno, facendone la figlia o la sorella insidiata dallo stesso Fauno. È comunemente raffigurata in trono con chitone e himation, il capo velato, la cornucopia nella mano sinistra e, nella destra, la patera da cui beve un serpente.

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