Cancógni, Mànlio

scrittore e giornalista italiano (Bologna 1916). Ha collaborato a diversi periodici (L'Europeo, L'Espresso, Il Mondo), specializzandosi nelle inchieste di costume; dal 1967 al 1968 ha diretto La fiera letteraria. Tra i suoi romanzi, in bilico tra memoria autobiografica e attenzione al documento, si ricordano in particolar modo Cos'è l'amicizia (1958), Parlami, dimmi qualcosa (1962), La linea del Tomori (1965), Lo scialle di Marie (1967, Il ritorno (1971), Perfidi inganni (1978), Nostra Signora della Speranza (1980), La gioventù (1981), Quella strana felicità (1985) e Il genio e il niente (1987), profilo biografico ideale del pittore Guido Reni. Nel 1989 ha realizzato Quei generosi errori, che riunisce articoli rievocativi della Rivoluzione francese. All'inizio degli anni Novanta ha pubblicato un racconto simbolico, La sorpresa (1991), e successivamente, la riscrittura rimaneggiata, in collaborazione con la sorella Franca, del romanzo storico Adua (1996), che nel 1978 aveva realizzato con lo pseudonimo di Giuseppe Tugnoli. Nel 1997 ha realizzato Lettere a Manhattan, un lungo racconto sugli Stati Uniti. In Matelda (1998) ha ripercorso episodi della sua esistenza, scandendo i ritmi con i versi, ma anche con le figure fisiche dei poeti italiani tra gli anni Trenta e gli Ottanta che egli stesso ha frequentato. Cancogni ha anche raccontato una vicenda ambientata nel mondo del calcio ne Il mister (2000), profilo di un allenatore-giocatore controcorrente nella Roma fascista degli anni Trenta. Nel 2003 ha pubblicato il romanzo autobiografico Gli scervellati. La seconda guerra mondiale nei ricordi di uno di loro, e nel 2005 Sposi a Manhattan, sorta di autobiografia.

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