Cantare del Cid

(Cantar de Mio Cid), poema epico medievale spagnolo che ha come protagonista Rodrigo Díaz de Vivar detto il Cid. Composto intorno al 1140 da uno o più giullari anonimi della “frontiera” di Medinaceli, fra la Castiglia e l'Aragona, è giunto a noi in un'unica copia fatta nel 1307 dal “morisco” Per Abbat, e pubblicata per la prima volta da T. A. Sánchez nel 1770. Nel 1906-18 R. Menéndez Pidal ne ha dato un'esemplare edizione critica. Del poema, distribuito in tre parti o canti, ci sono pervenuti 3730 versi di metrica irregolare, che costituiscono la quasi totalità del testo originale. Nel primo canto sono narrate la partenza del Cid da Burgos, sua città, per ordine di Alfonso VI, le sue prime campagne contro i capi musulmani Fariz e Galve e la sua vittoria sul conte di Barcellona, Ramón Berenguer. Nel secondo sono narrate la conquista di Valenza, la riconciliazione con Alfonso VI e le nozze delle figlie del Cid, Sol ed Elvira, con i nobili leonesi Infanti di Carrión. Nel terzo, infine, la viltà degli Infanti, che abbandonano le giovani spose nel bosco di Corpes, la vittoria sugli sleali generi, davanti alla Corte riunita a Toledo, e il nuovo matrimonio di Sol ed Elvira con i principi reali di Navarra e d'Aragona. Abilissimo innesto di elementi di invenzione su una materia rigorosamente storica, il Cantare del Cid è uno stupendo affresco di vita medievale ispanica e un'opera di poesia eroica fra le maggiori di tutti i tempi. Al realismo dell'ispirazione si adegua perfettamente il linguaggio: sobrio, preciso, diretto. Il Cid è un uomo giusto, leale e generoso, guidato soprattutto dal senso (profondamente castigliano) dell'onore, ignaro dei bassi sentimenti dell'avidità e del rancore; indimenticabile per la sua umanità, più che per le sue imprese belliche.

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