Catalani, Alfrédo

compositore italiano (Lucca 1854-Milano 1893). Dopo i primi studi a Lucca e un soggiorno a Parigi (1873), si iscrisse al Conservatorio di Milano, città dove svolse interamente la sua attività di compositore e, dal 1890, di insegnante (succedette a Ponchielli nella cattedra di composizione). La sua opera si colloca in un momento di crisi e di transizione nella storia del melodramma italiano, quando tra gli stanchi epigoni verdiani e l'affermazione del gusto verista si avvertivano inquietudini e generiche istanze di rinnovamento, cui Catalani partecipò come tutto l'ambiente della Scapigliatura nel quale si era inserito. In questa situazione Catalani appare incline al malinconico ripiegamento, a un tenue e intimistico lirismo dalle inflessioni quasi crepuscolari. Influssi francesi (Massenet soprattutto) arricchirono lo stretto legame con la tradizione italiana (il linguaggio si tinse anche di un pallido e generico wagnerismo). Il delicato mondo poetico di Catalani si delinea già con La falce (libretto di A. Boito, Milano 1875) e trova in Loreley e in La Wally le più compiute affermazioni. Loreley (1890), che costituisce una sostanziale rielaborazione di Elda (1880), è permeata dal gusto per la sognante evasione; La Wally (1892), che seguì i tentativi falliti di Dejanice (1883) ed Edmea (1886), rivela una maggiore attenzione alle esigenze del dramma e segna forse un'evoluzione stilistica dell'artista, troncata tuttavia dalla morte.

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