Cigno

(latino scientifico Cygnus; abbreviazione Cyg). Vasta costellazione boreale compresa fra 19h e 22h di ascensione retta e fra +30º e +60º di declinazione. Le sue stelle più brillanti sono: α (Deneb), γ, η e β Cyg (Albireo) e, perpendicolarmente a queste, δ, γ ed ε formano la Croce del Nord. La stella 61 Cyg, 10º a SW di Deneb, è doppia ed è una delle prime stelle delle quali fu misurata la parallasse trigonometrica; è anche una delle stelle con maggiore moto proprio (oltre 5‟/anno). P Cyg, a pochi gradi da γ Cyg, è una stella nova permanente, esplosa nel 1600; un'altra variabile interessante è SS Cyg, prototipo di una classe di stelle variabili eruttive, caratterizzate da improvvisi aumenti di luminosità, della durata anche di decine di giorni. Questa costellazione, attraversata dalla Via Lattea, comprende numerosi ammassi e nebulose diffuse, fra cui M 29 e M 39, osservabili con un telescopio di media apertura, e la nebulosa oscura Nord America (NGC 7000), osservabile tra Deneb e φ Cyg con un buon telescopio. Nel Cigno, oltre alla galassia NGC 6946 (15º a N di Deneb), che forse appartiene al Gruppo Locale, si trova l'intensissima radiosorgente Cygnus A (3C 405) all'osservazione ottica appare come una galassia ellittica con nucleo sdoppiato e circondato da un inviluppo piuttosto esteso e poco luminoso, ma alle lunghezze d'onda radio si rivelano due lobi distanti 50 kpc dalla galassia ottica e simmetrici rispetto a essa, dai quali proviene un'energia che è circa 10 milioni di volte quella emessa da una galassia ordinaria. Nella costellazione sono state rilevate alcune sorgenti di raggi X, una sola delle quali, però, è stata identificata con un oggetto celeste (Cyg X-1) che potrebbe essere un buco nero, dato che coincide anche con la più intensa sorgente di radiazione infrarossa oggi nota. In questa costellazione, oltre alla nova apparsa nel 1920 (Nova Cygni 1920), brillò improvvisamente, fino a raggiungere una luminosità di poco inferiore a quella di Deneb, Nova Cygni 1975, tipico esemplare di nova rapida "Per approfondire Vedi Gedea Astronomia vol. 1 pp 132-133, 188" "Per approfondire Vedi Gedea Astronomia vol. 1 pp 132-133, 188" .

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