Cinquefróndi

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comune in provincia di Reggio di Calabria (82 km), 257 m s.m., 29,83 km², 6461 ab. (cinquefrondesi), patrono: san Michele Arcangelo (29 settembre).

Centro della piana di Gioia, posto su un contrafforte alla sinistra della fiumara Sciarapotamo; è compreso nel Parco Nazionale dell'Aspromonte. Secondo la tradizione sarebbe sorto dalla fusione di cinque villaggi (San Paolo, Sant'Elia, San Demetrio, San Lorenzo e San Nicola), che si unirono nel sec. X per difendersi dai Saraceni. Fu soggetto a numerosi feudatari, tra i quali i Giffone d'Aragona (1548-1712) e i Pescara Diano (1712-1806). Completamente distrutto dal terremoto del 1783, venne ricostruito con pianta regolare. Nel 1809 gli abitanti opposero una strenua resistenza alle truppe francesi del generale Cavaignac.§ La chiesa di San Michele, ricostruita dopo il terremoto del 1783, con cupola e facciata fiancheggiata da due campaniletti, custodisce una statua in marmo di Santo Stefano del sec. XVII. Nella chiesa del Carmine sono una tela (San Rocco) di Domenico Augimeri del sec. XIX e un crocifisso ligneo settecentesco.§ L'agricoltura produce agrumi, uva e soprattutto olive. Vi operano alcune piccole aziende alimentari (sono rinomati l'olio, il vino e i formaggi). Sono praticati lo sfruttamento dei boschi, la lavorazione del legno (mobili, arredamenti, infissi) e il commercio di legname e carbone. Altre risorse provengono dalla concia artigianale delle pelli.§ Nei dintorni sono tracce di antiche fortificazioni (fra cui i resti di una torre medievale) e di un monastero basiliano, di epoca altomedievale, distrutto dal sisma del 1783.

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